Nel 1926, il parroco don Loreto Schiano di Monte di Procida, scriveva un’istanza al vescovo di Pozzuoli, monsignor don Giuseppe Petrone, per informarlo che intendeva realizzare, presso la contrada Torregaveta, una cappella da dedicare a san Vincenzo Ferreri.
Il motivo era quello di fare ascoltare la Santa Messa agli abitanti del posto, i quali per la troppa lontananza erano impossibilitati a recarsi presso le chiese di Monte di Procida, di Baia o di Cappella.
Inoltre, faceva istanza al vescovo di poter realizzare la cappella a proprie spese e dei fedeli, restaurando un fabbrica to di quattro vani a piano terreno facente parte di un cespite, insieme a undici are di terreno (1100 mq), di proprietà della chiesa parrocchiale di Monte di Procida.
Completati i lavori, il parroco don Loreto chiede l’apertura al pubblico per il giorno 10 luglio 1926, nonché una benedizione solenne personale.
Accolta l’istanza, il vescovo, assistito dai canonici Raffaele Lopez parroco della Cattedrale di Pozzuoli e Enrico Conte cancelliere vescovile, il 10 luglio 1926, si recava a Monte di Procida per benedire solenne mente la cappella in onore di san Vincenzo Ferreri.
Alla funzione era presente il parroco Schiano, quasi tutti i sacerdoti della parrocchia e gran parte dei fedeli. Dopo il rito della benedizione, fatta secondo il Rito Romano, il vescovo tenne un devoto discorso, e in ultimo, benedisse il popolo.
La campana della cappella, offerta dall’amministrazione del Siluripedio dell’isolotto di San Martino (iniziativa significativa per quei tempi: un grande simbolo di pace messo a disposizione da un’industria di guerra), fu per delegazione del vescovo, benedetta dal parroco locale il giorno prima della benedizione della cappella (fonte Archivio Storico Diocesano di Pozzuoli; foto di proprietà dell’autore in esclusiva per sdt).
Nestore Antonio Sabatano