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BAIA,appello dei residenti e ambientalisti per la rimozione della nave SASSARI

Patrizia Capuano BACOLI. Giace da oltre trent’anni nello specchio d’acqua compreso tra il porto e il castello di Baia: per il relitto della Sassari Primo ambientalisti e residenti, alle porte della stagione turistica, reclamano la rimozione della carcassa. Le migliaia di firme sottoscritte qualche tempo a nulla sono valse: gli ecologisti con diportisti e associazioni locali tornano quindi alla carica. Pretendono che sia posta fine ad uno scempio che si consuma in uno degli angoli più ricchi di storia, ai limiti del parco sommerso archeologico con la città imperiale. La nave, ferma dagli anni ’80 davanti al costone tufaceo dove sorge la fortezza aragonese, è ridotta ad un insieme di lamiere arrugginite; immatricolata in Sardegna come nave mercantile, ha solcato il Mediterraneo finché non è stata sottoposta a fermo giudiziario. E bloccata nell’insenatura di Baia in attesa della demolizione. Sono passati tuttavia decenni e, nonostante i reclami, il relitto fantasma con la chiglia inclinata tra i fondali è parte integrante del paesaggio, in una rada con acque cristalline e un lido dove ci si arriva solo via mare. Ma oltre al pericolo che la carcassa rappresenta per la navigazione diportistica, sussiste un rischio per la sicurezza di ragazzi che, in estate, la adoperano come trampolino per i tuffi. Di fatto, nodi burocratici hanno bloccato la demolizione e la rimozione del relitto, impedendo di conseguenza la bonifica del tratto marino. «Sono state raccolte migliaia di firme ma la situazione sembra non essere cambiata – spiega Marina Scotti, archeologa subacquea – vogliamo sollecitare un intervento congiunto che coinvolga le associazioni e tutti gli enti preposti, affinché questo scempio sia rimosso». Intanto c’è chi teme danni nel tratto marino per la flora e la fauna. «Nello specchio acqueo la posidonia e la fauna tipica di questa costa stanno scomparendo – denuncia Carmelo Caputo, esperto subacqueo – non si può rimandare ulteriormente la rimozione della carcassa. È un dovere a tutela della salute pubblica e dell’habitat marino-costiero». A favore della demolizione anche Legambiente Campi Flegrei, che ha sollecitato interventi rapidi per completare la bonifica dell’area. Basti pensare che, lo specchio acqueo antistante la spiaggia della Beata Venere, fino al 2004 è stato definito il «cimitero delle navi». Le carcasse delle navi dismesse dell’ex cantiere Nettuno (Candora, Lisert ed il rimorchiatore Molpa) sono state ormeggiate per oltre vent’anni tra l’arenile e lo specchio acqueo nel porto di Baia, finché la Regione Campania dopo un complesso iter burocratico non le ha demolite e smaltite. Per liberare tutta la costa manca ora solo l’asportazione della Sassari P.

fonte IL MATTINO Patrizia Capuano

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