L’arte del pizzaiolo napoletano è patrimonio culturale dell’Umanità Unesco”. Lo annuncia il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina su Twitter. “Vittoria! Identità enogastronomica italiana sempre più tutelata nel mondo”, sottolinea. Dopo 8 anni di negoziati internazionali, a Jeju, in Corea del Sud, voto unanime del Comitato di governo dell’Unesco per l’unica candidatura italiana, riconoscendo che la creatività alimentare della comunità napoletana è unica al mondo. Fonte ANSA
«L’arte del pizzaiuolo napoletano è patrimonio culturale dell’Umanità Unesco». Lo annuncia il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina su Twitter. «Vittoria! Identità enogastronomica italiana sempre più tutelata nel mondo», sottolinea. Subito dopo è arrivato anche il tweet del ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini: «L’arte dei pizzaiuoli napoletani è Patrimonio Immateriale dell’Umanità! Dall’Unesco riunita in Corea del Sud arriva ora la notizia. Un riconoscimento per Napoli e l’Italia intera mentre sta per iniziare il 2018 #annodelciboitaliano #PizzaUnesco». DA IL MATTINO
«Volevo offrirti, pagandolo anche a rate, nu brillante e quínnece carate..Ma tu vulive ’a pizza, ’a pizza, ’a pizza, cu ’a pummarola ’ncoppa…’a pizza e niente cchiù!» cantava Aurelio Fierro nel 1966. Un motivo che è entrato nella storia della canzone napoletana. Così come la pizza che, dopo sette anni di negoziati internazionali, ha ottenuto un riconoscimento “storico”: l’Arte del pizzaiuolo napoletano è ora Patrimonio dell’Umanità! Il Comitato per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco, riunito in sessione sull’isola di Jeju in Corea del Sud, ha valutato positivamente, e con voto unanime, la candidatura italiana.
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