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A Miliscola, il primo acquedotto sottomarino d’Europa per rifornire le isole di Procida ed Ischia

Nel 1957 a Miliscola fu inaugurata un’opera imponente per quel periodo, la prima del genere in Europa. Mai, prima di allora, era stato realizzato un acquedotto sottomarino.

Il progetto e la realizzazione furono premiati, nel 1958, dall’ANIAI (associazione nazionale degli ingegneri) come la più importante realizzazione nel campo dell’ingegneria civile (Ex Aequo al bacino di carenaggio di Napoli).

L’opera venne finanziata dalla Cassa per il Mezzogiorno (CASSA PER OPERE STRAORDINARIE DI PUBBLICO INTERESSE NELL’ITALIA MERIDIONALE ) dopo che nel marzo del 1951 il consiglio dei ministri deliberò di assegnare i fondi per il rifornimento idrico delle isole flegree.

La Cassa affidò al Prof. Ing. Giuseppe Pistilli dell’Università di Napoli l’incarico di studiare il progetto di massima dell’acquedotto sottomarino, con derivazione dalla importante diramazione dell’acquedotto campano destinata alle due isole ed ai centri del litorale flegreo.

Il progetto di massima dell’acquedotto sottomarino fu approvato dal Consiglio di Amministrazione della Cassa il 30 giugno 1953 e prevedeva la portata complessiva di 70 litri al secondo (15,6 per Procida, 54,4 per Ischia) a partire dal serbatoio di carico di Bacoli, che è terminale della diramazione flegrea dell’acquedotto campano.

Il progetto prevedeva lo studio dei tracciati sottomarini sulle carte nautiche esistenti e mediante il rilievo batimetrico dei tracciati stessi a mezzo della motonave “Paolo Cornaglia” del Servizio Escavazione Porti del Ministero dei LL. PP. La nave era dotata di apparecchi all’avanguardia per il rilievo continuo della profondità ed il riconoscimento della natura del materiale di fondo (roccia, fango, sabbia, alghe).

progetto1

 

Per il passo di Procida furono rilevati tre tracciati:

  • tracciato B, quello più breve e rettilineo, tra la spiaggia di Miliscola e Marina di Sancio Cattolico a Procida. La massima profondità in questo attraversamento lungo 3320 m. è di 15 m. Il fondo appariva costituito da materiale duro (radici di alghe, rocce) e da sabbia verso Miliscola.
  • tracciato A, parallelo al precedente con origine a Marina di Vita Fumo (località Cavone) all’incirca a metà distanza fra la punta di Torre Fumo e la Punta Schiavone, ed approdo a Scoglio Cannone a occidente del pennello del Porto di Procida. Questo tracciato con profondità max di 15m presentava un fondo in materiali duri o addirittura rocciosi.
  • tracciato C, partiva dalla spiaggia di Miliscola come il primo (A) e si svolgeva con una spezzata di tre lati a levante degli altri due con lunghezza di 3990 metri e profondità max di 38 m. Lungo di esso secondo vi era fondo fangoso che avrebbe potuto consentire una posa delle condotte relativamente più facile e il loro ricoprimento per naturale allettamento nel materiale di fondo.

Nel passo di Ischia, con profondità notevolmente maggiori di quelle del canale di Procida, furono rilevati 4 tracciati: quello rettilineo (D) tra la punta deH’Alaca, all’estremo sud occidentale deU’isolotto di Vivara, e il Castello di Ischia: il tracciato ricadeva in fondo fangoso per la maggior parte della sua lunghezza, e in fondo duro (roccia, alghe) presso Ischia. Lunghezza 2350 m. e profondità max 27 m.
Gli altri tracciati, B, A, C, tutti a ponente del primo, si svolgevano lungo linee curve con convessità a ponente dell’isola di Procida e su lunghezze rispettivamente di 4860 m., 4760 m., 5560 m. Essi, secondo il rilievo batimetrico, sarebbero ricaduti in zone di sabbia e fango. Le profondità massime risultavano di 44 m., 50 m. e 63 m. dal B al C.

progetto2

Il progetto di massima prevedeva anche un accurato esame delle tubazioni di possibile impiego negli attraversamenti sottomarini.
Escludendo per evidenti ragioni quelle in cemento armato usate in alcuni attraversamenti subacquei assai brevi e di grande diametro, il progetto distingueva le tubazioni metalliche in due classi :
1) tubi rigidi con,o senza giunti deformabili (acciaio, ghisa);
2) tubi flessibili (acciaio, bronzo)

Fu, quindi, previsto l’impiego di tubi in acciaio con estremità calibrate e smussate per giunto testa a testa mediante saldatura elettrica. Diametro esterno 318 mm, spessore 12 mm, diametro nominale interno 300 mm, lunghezza da m 12,50 a 14 m.

A questi studi partecipò attivamente la società Dalmine di Pozzuoli che effettuò precisi studi su campioni di tubi variamente protetti immersi in mare nel golfo di Pozzuoli. Nel marzo del 1954 erano stati immersi, ad una profondità di circa 2 metri sotto il pontile degli Stabilimenti Meccanici di Pozzuoli, alcuni campioni di tubi di acciaio con vari tipi di rivestimenti bituminosi e con o senza involucri di cemento amianto.

Dal gennaio al marzo 1955 all’estremità del pontile di S. Martino a Capo Miseno, e cioè nell’immediata vicinanza della origine del tronco sottomarino del Passo di Procida, furono, poi, immersi sul fondo del mare, o interrati nel fondo stesso con un ricoprimento di 70 cm. di sabbia, altri campioni di tubi con rivestimenti uguali a quelli dei precedenti campioni del mare di Pozzuoli.

Dal complesso delle due serie di campioni furono prelevati alcuni elementi per un primo esame dopo 9 mesi e per un secondo dopo 16 mesi da quelli di Pozzuoli, e da quelli di Capo Miseno dopo 7 e 9 mesi di immersione.

Di tutta la numerosa fauna e flora marina che risultava fissata ai campioni non interrati nel fondo fu osservato che i balani, comunemente chiamati “denti di cane“, erano particolarmente pericolosi per la conservazione dei rivestimenti bituminosi in quanto penetravano profondamente nel corpo dei rivestimenti. Le prove di isolamento e tutti i controlli confermarono le conseguenze deleterie per la protezione della condotta di questi gravi danni ai rivestimenti prodotti dai balani.

Al contrario i campioni interrati nel fondo del mare con ricoprimento di circa 70 cm. di sabbia, in bassi fondali ove più attiva è l’azione dei balani, presentavano i rivestimenti assolutamente integri dopo 9 mesi di prova e liberi da ogni deposito esterno ed il loro isolamento elettrico era pienamente mantenuto. Lo stato di buona conservazione dei cavi e di corpi metallici interrati nel fondo, osservato durante i rilevamenti lungo i tracciati, confermava l’efficacia dell’interrimento.

Tutti questi risultati furono discussi anche con specialisti di biologia marina, e portarono a riconoscere che un rivestimento bituminoso di particolari caratteristiche di spessore e costituzione, senza alcuna copertura cementizia, purché interrato nel fondo con almeno 70 cm. di sabbia, non era esposto alle offese della fauna marina anche ai minori fondali e poteva, quindi, garantire il perfetto isolamento del tubo e la sua lunga conservazione, consentendo di proteggerlo catodicamente.

Altri studi riguardarono il tipo di varo da effettuare per la posa dei condotti sottomarini.

Definiti così tutti gli elementi necessari, l’Ufficio acquedotto campano della Cassa presentò in data 21 aprile 1956 il progetto esecutivo dei due attraversamenti sottomarini che fissarono la portata dell’acquedotto a 105 litri al secondo, di cui 23,4 destinati a Procida e 81,6 all’isola di Ischia. La portata fu aumentata rispetto a quella del progetto di massima (70 litri/sec.).

Il tracciato scelto fu quello rettilineo tra Miliscola ed il punto di approdo all’isola di Procida in località Sancio Cattolico (tracciato B). Lunghezza dell’attraversamento 3460 m.; profondità massima 18 m. circa. Condotta formata con coppia di tubazioni di acciaio trafilato, di 300 mm. di diametro interno, 318 mm. diametro esterno, spessore 12 mm., posate in apposita trincea scavata sul fondo del mare con larghezza alla base di 3,20 metri e altezza tale da ottenere, a rinterro eseguito, ricoprimento non inferiore a 70 cm. sulla generatrice superiore dei tubi.

In data 8 maggio 1956, su conforme parere della Delegazione Speciale del Consiglio Superiore dei LL.PP., il Consiglio di Amministrazione deliberò l’approvazione del progetto esecutivo con affidamento della fornitura dei tubi e dei lavori alla ditta S.p.A. Dalmine alla quale si associò per le opere marittime la Soc. Immobiliare Romana.

Il 18 giugno 1956 furono iniziate le operazioni in mare nel passo da Miliscola a Procida con l’ispezione definitiva subacquea del tracciato e la fissazione degli appositi caposaldi topografici alle estremità dell’allineamento. In pari tempo vennero condotte le operazioni di spostamento su nuova sede dei cavi sottomarini interessanti il tracciato o troppo vicini ad esso.

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Pontone in ferro con due escavatori a bordo

Lo scavo della trincea sottomarina, completato il 4 gennaio 1957, fu eseguito con tre draghe ordinarie a secchie, di cui due, la « Parodi » e la « Oristano » del Servizio Escavazione Porti del Ministero dei Lavori Pubblici per profondità fino a 13 metri, e con un pontone in ferro sul quale erano stati montati due escavatori.

Il cantiere di Miliscola fu realizzato con un notevole sbancamento di terreno che consentì la formazione di un piano inclinato lungo 240 metri e largo 35 metri, capace di ricevere n. 503 tubi della lunghezza tra i 12 e i 14 metri, e la preparazione di n. 17 colonne (coppie di condotte) lunghe circa 200 metri e disposte tutte sullo stesso piano.

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Il cantiere di Miliscola

Il giorno 28 marzo 1957 fu celebrato il completamento di questa prima fase dell’opera, con l’intervento del Ministro per il Mezzogiorno, facendo sgorgare dalla testata delle due condotte, alla marina di Sancio Cattolico, due getti d’acqua.

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28 marzo 1957, a Procida arriva l’acqua da Miliscola

Acqua sotto il mare, video pubblicati da: EVI spa Acquedotto Ischia

 

Nei primi minuti del video seguente, l’inaugurazione della tratta Miliscola-Procida (video Archivio Storico Luce)

Dopo le operazioni di scavo del Passo di Procida fu fatta la revisione dei diversi mezzi marittimi impiegati nei lavori e dato, quindi, inizio allo scavo della trincea nel Passo d’Ischia.
Il giorno 9 novembre 1958, sempre con l’intervento del Ministro per il Mezzogiorno, si svolse la cerimonia inaugurale con un getto di acqua di circa 40 metri di altezza al manufatto di arrivo della condotta sottomarina al piazzale Argonese di Ischia, e con la successiva apertura di fontane nei comuni di Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno e Forio.

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9 novembre 1958, ad Ischia sgorga acqua flegrea

Il costo complessivo dei due attraversamenti sottomarini è risultato di circa 900 milioni di lire. La stima di progetto prevedeva un costo di 786 milioni di lire, di cui 683 milioni per lavori a base d’asta sulla quale somma si ottenne il ribasso del 6% e di 85 milioni a disposizione dell’Amministrazione per forniture, lavori vari, occupazione temporanea e spese generali.

Il costo di tutte le opere dell’acquedotto per le due isole a partire dal serbatoio di Bacoli fu di 2.300 milioni di lire.

Complessivamente sono state impiegate 70.000 giornate operaie delle quali 3.400 di palombari e di sommozzatori. Per tutta la durata dei lavori non fu registrato nessun infortunio degno di nota.

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Palombari e sommozzatori al lavoro sui fondali tra Miliscola e Procida

All’inestimabile beneficio recato da quest’opera agli abitanti delle isole flegree e a tutti i turisti, si unisce l’orgoglio legittimo della tecnica e della industria italiana che l’hanno realizzata, acquistando un nuovo primato in questo settore delle opere civili.

Pasquale Mancino

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