Sono Rosanna Mazzella di Bosco e intervengo con questo scritto dopo aver letto che sarebbe pronta la sceneggiatura di un film sulla vicenda della motonave “Lucina“.Devo aggiungere che oltre ad essere nata e a risiedere a Monte di Procida, sono la vedova di Scotto di Perta Salvatore comandante della motonave “Lucina“, madre di due figli, Lucia di anni 17 e Andrea di anni 10 anni.
Ho avvertito il dovere d’intervenire per precisare, senza alcun tipo di esitazione, il mio pensiero al riguardo.
In premessa auguro al nostro concittadino, autore e produttore cinematografico, ogni tipo di successo, ma per quel che riguarda la vicenda che ha segnato tragicamente il destino mio e della mia famiglia e che ha precipitato nel dramma più totale il paese di Monte di Procida e l’intera Nazione, sia per la brutalità dell’evento, che per il significato politico dello stesso, non consentirò alcuna mistificazione di quello che è effettivamente avvenuto ed è stato accertato.
Non permetterò che, oltre all’estremo sacrificio della vita ed alle sofferenze che ne sono conseguite per i familiari, altri episodi devastino ulteriormente l’esistenza di chi ha dovuto convivere con una realtà inaccettabile. Mio figlio Andrea ha visto il padre solo in fotografia. Aveva un mese e ventuno giorni quando è avvenuto l’eccidio.
Ancora di più avverto il dovere di difendere la memoria dell’uomo che ho sposato e che è, ancora oggi, ad undici anni dalla scomparsa, per me e per i nostri figli, marito e padre esemplare.
Fare un film sul sacrificio degli uomini della “Lucina”, sul nostro amato paese, Monte di Procida e sul valore dei suoi abitanti, è un conto e rappresenta sicuramente titolo di merito per chiunque s’impegni in tal senso. Trarre spunto dalla tragica vicenda sopra indicata per poi inserire spunti fantasiosi che gettano l’ombra o, peggio ancora, infangano la memoria di un innocente è ben altra cosa.
Io non so se è vero ciò che è stato riportato circa la trama del film che proporrebbe la “love story fra il comandante della nave ed una ragazza algerina che viene clandestinamente imbarcata a bordo contro il volere di tutto il resto dell’ equipaggio. ll comandante porta la ragazza algerina a casa sua a Monte di Procida e deve battersi contro la mentalità retrograda della mamma….
Ribadisco soltanto, con fermezza e determinazione, nel rispetto dei valori della mia città, di mio marito, della sua famiglia e dei miei figli, che non sarà tollerata alcuna mistificazione della realtà.
In tal senso diffido formalmente chiunque ad usare il nome e la tragica vicenda che ha visto protagonista e vittima mio marito precisando che, in caso contrario, mi vedrò costretta a ricorrere alla competente Autorità Giudiziaria sia in materia civile che penale.
La presente è sottoscritta oltre che da Rosanna Mazzella di Bosco, vedova di Scotto di Perta Salvatore, anche dalla sorella di quest’ultimo Maria. Entrambe autorizzano la S.V. alla pubblicazione.
Monte di Procida, lì 18.01.2005
Con osservanza
Rosanna Mazzella di Bosco
Maria Scotto di Perta