Di Antonio Messina
Per il mondo sono un senior, uno che ha fatto il suo tempo, uno che ha concluso, uno che deve rallentare, mettersi ai margini della strada e guardare il corteo dei nuovi arrivati. Lo dice la mia carta d’identità, lo dice il comune senso del pensare. Non c’è riflessione su questa cosa, è solo un fatto, non esiste uno studio oggettivo al quale piegarmi per il mio stesso bene. Per quel mostro informe che risponde al nome di convenzione sociale, molte cose che desidero fare sono bollate come “sconvenienti”, inadeguate, addirittura ridicole se solo mi azzardo ad uno strenuo tentativo di ribellione. I maschi non piangono, le femmine sono prudenti, i preti sono tutti anime buone asessuate, le suore non ne parliamo vista l’aggravante di essere pure donne, gli anziani sono tutti saggi, i giovanissimi tutti intronati di marijuana, gli immigrati tutti delinquenti pronti ad andare di mannaia nei centri storici delle grandi città… La politica mi condanna, e chi se ne fotte se rimango senza lavoro a quarant’anni, in fondo le mie energie sono finite. Meglio una bella propaganda sulla soluzione della disoccupazione giovanile, tema peraltro ricorrente da che stavo alle elementari, ma chissà come mai sempre attuale, sempre ottimo cavallo di battaglia. Eppure i senatori in parlamento spesso si tengono in equilibrio sul bordo della fossa, ma mica ci cadono dentro spaccandosi in due? Noooo, quelle sono menti eccelse da proteggere, da inserire nel piano di salvaguardia dell’Unesco. GUARDA IL LINK ORIGINALE
Sono un senior, devo fare spazio, appiattirmi quanto più mi è possibile al muro della vita, oramai mi tocca solo fare tappezzeria, stando attento a non invadere la pista da ballo
Sono un senior, devo fare spazio, appiattirmi quanto più mi è possibile al muro della vita, oramai mi tocca solo fare tappezzeria, stando attento a non invadere la pista da ballo. Ma sapete che vi dico, a me piace ballare e lo faccio pure bene. Di energie ne ho da vendere e di senior che non ci stanno ad appendere il cervello al chiodo ne conosco tanti. Le mie sinapsi funzionano benissimo anche se in tanti preferiscono fare finta di non saperlo. Cara società dalle perbeniste convenzioni, non ci sto, mi stacco dal muro, smetto di fare la carta da parati e rimetto le scarpe da gara. Del tuo concetto di inadeguato me ne fotto. Mi dichiaro una persona e la mia carta d’identità continuerò ad usarla solo negli aeroporti invece che piangerci sopra. Inizio ad invertire la tendenza e lo faccio proprio qui a casa mia. Ebbene sì, ho creato un bello squadrone per partecipare ai giochi estivi del mio paese, siamo i senior, ma giusto per darci una connotazione. Siamo i concorrenti che accidentalmente sono nati prima, persone come tutti in questa manifestazione già diventata una tradizione qui dove vivo, siamo i goliardici di “Vivi l’estate”, siamo gli entusiasti, quelli che si dimenano sulle note delle ultime hit, quelli che si allenano, quelli che dopo il lavoro sono capaci di prendere i figli per mano con un rinnovato sorriso e andare a battagliare. In verità alcuni di noi hanno figli abbastanza grandi da ritrovarseli come avversari, ma poco importa, questa è un’esperienza anche per innescare rapporti nuovi proprio in famiglia, per accorciare le distanze, per scardinare derive malsane che portano solo ad un deteriore atomismo mentale.
tratto da www.facciunsalto.it/