Premio Napoli al poeta dei Campi Flegrei «La nostra terra è il paradigma della catastrofe»
La premiazione di Sovente è alle 17 nella Chiesa di Santa Maria Materdomini
NAPOLI – Michele Sovente è un camminatore e un poeta. O un poeta e un camminatore: l’ordine potrebbe non contare perché il suo passo nella città (e nel mondo) viene registrato come dal pennino di un sismografo nella sua pagina. E i suoni, anzi la polifonia da cui viene invaso nel reale, diventano la partitura della sua poesia. Per questo, dopo il prestigioso Viareggio del 1998 e altri, oggi 25 ottobre riceve il Premio Napoli speciale per la letteratura, un riconoscimento che, analogamente, attraversa con passi annuali la topografia cittadina. «Come vertiginose testimonianze apparse dopo l’attrito con una catastrofe», si legge nella motivazione, «i versi di Sovente esprimono il naufragio della storia». Per me Montesanto dice Sovente in un intervista al Corriere del Mezzogiorno, ha un significato speciale perché è stato ed è il mio ingresso alla città. Sono flegreo, com’è noto, e vivo a Cappella. Per arrivare a Napoli prendo la Cumana e l’ultima fermata è proprio alla Pignasecca. L’ho raccontato in una poesia che ho intitolato ‘‘A Montesanto i desideri inseguono la luce’’. Qui parlo dell’antico basolato, delle famiglie incastonate là da generazioni, in una vita che fa il paio con l’avventura. E concludo così: ‘‘Oggi che più ragazzo non sono, Montesanto mi appare lo snodo necessario per trasformare in gioia lo sfacelo…’’».
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