Monte di Procida. Una lunga scia marrone ha invaso il tratto marino tra la riviera domitia e il litorale flegreo: numerose le segnalazioni che hanno allertato la capitaneria di porto e l’Arpac, affinché gli esperti intervengano e chiariscano cosa stia succedendo. Si tratta di una grossa chiazza scura che sta preoccupando tutti, cittadini compresi. Qualcuno attribuisce il disastro a imbarcazioni che potrebbero aver pulito le stive, ma c’è chi invece punta il dito contro il vicino depuratore di Cuma e i Regi Lagni. A tal proposito il Comune di Monte di Procida, in sinergia con l’ente pubblico di Bacoli, ha sollecitato un sopralluogo all’impianto di depurazione. Sul caso si sta interessando anche l’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano. Di recente è stato eseguito un sopralluogo aereo lungo il litorale voluto dai sindaci dei comuni flegrei e dell’area domitia in collaborazione con l’associazione Costa dei Sogni, rappresentata dall’avvocato Gaetano Montefusco. L’obiettivo è stato quello di verificare le condizioni in cui versano l’impianto di Cuma e i Regi Lagni per valutare l’entità delle emergenze ambientali, dalla provincia di Napoli a quella di Caserta. Intanto giunge un dato molto rassicurante: la Regione ha stanziato per il recupero della riviera campana un miliardo e 700milioni di euro. Ed è fondamentale per un risanamento marino-costiero, secondo gli esperti, la realizzazione di una conduttura sottomarina che parta dal depuratore di Cuma. Non solo. Presto con un nuovo bando sarà affidata la gestione dell’impianto a un’altra società. Un prossimo incontro tra i sindaci della fascia costiera metterà a punto un programma, di cui sono prioritari la bonifica dei laghi e la riqualificazione della struttura di depurazione. Intanto il termometro dell’emergenza ambientale lungo la costa domitio-flegrea è il lago Fusaro, le cui acque collegate al mare appaiono molto più scure e hanno assunto una colorazione che dal marrone dà verso il giallo. Gli ambientalisti puntano il dito anche contro gli scarichi fognari versati in passato. Gennaro Illiano di Legambiente Circolo di Bacoli spiega: «Perché il bacino lacustre recuperi il suo equilibrio biologico è necessaria la disostruzione delle tre foci, permettendo una buona ossigenazione delle acque con quelle marine, senza trascurare il ripristino dell’impianto flegreo». Altro segnale di una crisi ambientale è la presenza di mucillagine in alcuni tratti della linea di costa: nelle ultime settimane grosse quantità di microalghe rosse hanno invaso la battigia con lo specchio acqueo di Torregaveta e il versante della spiaggia romana fino a Licola. «L’aumento della temperatura delle acque e la presunta presenza di scarichi – secondo gli esperti dell’istituto zoologico Anton Dohrn di Napoli – potrebbe esserne la causa». A stabilirlo sarà comunque uno screening degli esperti dell’Arpac: l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania è stata chiamata in causa dal Comune per un monitoraggio periodico del fenomeno.
fonte il mattino 1 ottobre PATRIZIA CAPUANO