- I riflettori, ora, sono puntati soprattutto sulle zone cosiddette “vincolate”, nelle quali sono censite 74.874 costruzioni abusive. Di queste, in 20 anni, le domande di condono esaminate sono solo 10.094. Scatta ora il via libera al condono anche per chi si ritrova una casa in un territorio ad alto valore paesaggistico come la penisola sorrentina e i campi flegrei. O in un’area di pregio dal punto di vista storicoculturale come il centro di Napoli. Lo hanno deciso le norme approvate dalla Regione ad agosto e impugnate dal governo Renzi per “chiari profili di incostituzionalità rispetto alle leggi nazionali”.
La questione giuridica la risolverà la Corte costituzionale, non prima di un anno e mezzo. Intanto si apre lo spiraglio per una sanatoria che riguarda 214.229 richieste presentate dai cittadini campani ai rispettivi Comuni. Per effetto di un paio di commi introdotti dalla giunta di Stefano Caldoro, si riaprono i termini per dare l’ok ai condoni: si era fermi al 2006, ora i municipi avranno tempo fino a fine 2015.
Ma soprattutto la giunta di centrodestra allarga il campo delle sanatorie: se prima di agosto non si potevano regolarizzare gli abusi nelle aree sottoposte a vincolo, ora la Campania ha stabilito che bisogna opporsi solo se “i vincoli comportano inedificabilità assoluta”. Ecco perché è atteso lo sprint soprattutto su quei 64 mila abusi edilizi in “zona vincolata” che finora i Comuni non avevano toccato. Delle 214 mila pratiche censite, sono 104 mila i provvedimenti appena avviati, 119 mila quelli conclusi.
I numeri restituiscono una metropoli grande come Napoli. Una città “invisibile”: piccole e grandi abitazioni spuntate sui territori campani, ma sconosciute sulla carta ai 551 municipi della Regione. Perché privi di autorizzazioni e licenze. Chi ha provato a mettersi in regola dopo aver edificato ha presentato una richiesta ai sensi di tre leggi nazionali che introducevano le sanatorie: la prima nel 1985, la seconda nel 1994 e l’ultima nel 2003. Carte perlopiù rimaste nei cassetti comunali. Vedi Napoli: oltre 85 mila istanze di condono, circa 29 mila quelle esaminate.
Non va meglio a Salerno: 14.875 le domande, 4976 quelle visionate. Poi ci sono le 8524 di Marano, le 7960 di Afragola, le 7774 di Cava dè Tirreni, le 5373 di Castellammare di Stabia. Pensare che chi si è rivolto al Comune ha già versato oneri concessori che oscillano in media tra i 20 mila e i 40 mila euro: “E’ necessario – spiega Marcello Taglialatela, ex assessore regionale all’Urbanistica che ha svolto il censimento – che le amministrazioni comunali diano risposta ai cittadini che hanno versato quei soldi. Il centrosinistra non faccia confusione. C’è alla base un interesse collettivo perché il valore immobiliare di quelle costruzioni sarà diverso quando i condoni saranno accolti”.
Non ci sta Anna Savarese, vicepresidente di Legambiente Campania: “Si tratta di case edificate spesso con cemento scadente, senza i requisiti di sicurezza. Così si gioca sulla pelle dei cittadini, anche il governo contesta alla Regione il rischio idrogeologico. Caldoro si garantisce il consenso elettorale, ma rispetti i piani superiori urbanistici e paesistici”.
E nella mappa degli abusi da sanare spiccano le aree vincolate con i 4816 condoni richiesti a Bacoli, i 3264 di Capri, i 5545 di Massalubrense, i 1193 di Ravello, i 2263 di Monte di Procida, i 4443 di Sant’Antonio Abate. “Una manovra politica – dichiara Michelangelo Scannapieco, presidente del comitato che lotta contro le demolizioni “Diritto alla casa in penisola sorrentina” – Caldoro non vuole perdere la Regione, il governo che impugna le norme ci aveva promesso di darci una mano”. Quando Palazzo Santa Lucia ha chiesto riscontro sui condoni presentati ai 551 Comuni hanno risposto soltanto in 130.
fonte www.repubblica.it link http://napoli.repubblica.it/cronaca/2014/10/09/news/condono_corsa_per_sanare_74mila_abusi_di_pregio-97671818/