Popoloso il Casale era.
Case addossate, formiche le persone/ alto scandiva il campanile
la grafia sottile di nuvole / e sospese sere.
Le parole poetiche di Michele Sovente, dedicate al Casale, bene racchiudono l’atmosfera vissuta nel giorno di San Gennaro, dai numerosi e calorosi spettatori . La Scintilla di Bacoli con “Gennareniello” di Eduardo è andato in scena tra le quinte naturali del Borgo antico. Una bella iniziativa organizzata da “Cappella Futura” con il Patrocinio del Comune di M. di Procida. La piazzetta, con le casette mediterranee, le scale esterne, le finestre, i balconcini-terrazze, i ballatoi sono diventati elementi scenografici, nei quali gli attori hanno recitato. Il pubblico ha gradito e si è molto divertito. Ѐ a stretto contatto con gli attori, che interagiscono e si muovono, senza palco, in una atmosfera magica e surreale, in tutti gli spazi intorno al quartiere dalle ripide scale. Il vero protagonista è diventato il territorio. Lo spettacolo, presentato nel 2003 nella Rassegna E.T. Miseno di R. Veca, è dedicato allo scenografo Tonino Festa, recentemente scomparso. Come ci racconta Franco Napolitano, il regista: “Tonino ci ha educato a guardare con occhi scenografici i suggestivi angoli architettonici e le innumerevoli affascinanti quinte flegree naturali”. L’ouverture tocca alla calda voce popolare di M. Rosaria Di Costanzo, che da un balconcino intona: “ Uocchie c’arraggiunate “ aleggiando suggestiva sul pubblico. Poi tutti gli altri: concentrato e divertito Mario Carannante (‘o sapunaro) giunge dal pubblico con l’ingegnere, Domenico Campione, che ci mostra una comicissima verve, principalmente quanto duetta, in maniera “buffa” e grottesca con la signorina (Rubina Salemme),che sfoggia una ulteriore rovente e spigliata interpretazione. La zitellesca zia Fedora è Angela Volpe, dipingendo il personaggio con auto-sarcasmo e brillantezza. Sfarfalla tra i lati della piazza Gennaro di Colandrea, nei panni del figlio, in maniera brillante e impertinente. Si cala in modo egregio nel ruolo del maestro, Dante Dottorini, esibendo notevoli doti vocali e recitative. Il pubblico, commosso e divertito, ha poi applaudito a lungo per la prestigiosa vis recitativa di Giovanna Gagliardi, nel ruolo tragicomico della moglie. Vero mattatore di scena, infine, Ciro Morra, disinvolto e abile, nei panni del protagonista. Il trucco, stile anni 50-60, ben definito e prezioso è curato da Davì Centro Benessere di Daniela Palumbo. Dietro le quinte, il prezioso Gino Sovente, presto di nuovo in scena, e Tina Buccolo. Lo spettacolo finisce, la dove inizia simbolicamente,con una poesia di Michele Sovente, recitata con il cuore da Dario Barbato.
A cura del gruppo teatrale La Scintilla