Da Pozzuoli a Bacoli e fino a Cuma, decine sono i siti off-limits. Anfiteatri, templi, necropoli scivolano giorno dopo giorno nell’abbandono. Chiusi il Rione Terra, lo Stadio Antonino Pio, le necropoli di San Vito e di via Celle soffocano tra gli sterpi e i rifiuti. Il tempio di Serapide è diventato una palude, sommerso per metà da un pantano d’acqua fetida dove si annidano insetti. Porte serrate anche al museo archeologico di Baia (le sale del nuovissimo allestimento), il mausoleo di Fescina a Quarto è invaso dai rifiuti, a Bacoli la cisterna Cento Camerelle resta chiusa dopo la frana di quest’inverno, il mausoleo del Fusaro è off-limits anche se viene aperto periodicamente da un’associazione di volontari. Le chiavi della Piscina Mirabilis restano in mano alla signora Giovanna, dirimpettaia addetta all’apertura, su richiesta, della più grande cisterna mai costruita dai Romani. E la lista potrebbe continuare.
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