Al peggio non c’è mai fine. E dopo le note vicissitudini del ministro Kyenge, alle prese con attacchi razzisti di bassissima Lega, mai avremmo immaginato che persino le vittime della strage sull’A 16 potessero essere oggetto di penose battute. Puntualmente smascherate dal quotidiano on line di Avellino “Il Ciriaco”, in un crescendo di colpi di scena on line che nella giornata del lutto e del dolore per le vittime ha tinto tristemente di grottesco una tragedia che merita solo rispetto, E silenzio.
Tra le frasi dello sciacallaggio razzista deprecate dal Ciriaco: «Precipita pullman vicino Avellino, 40 morti tra cui nessun italiano», o: «Siete andati in pellegrinaggio da padre Pio? Ora vi premio con un bel volo dal viadotto». A scriverle, compiacendosi con una stupefacente media di oltre 600 “mi piace” a provocazione, una pagina Facebook la cui trivialità (condivisa purtroppo da oltre 60mila contatti) è sintetizzata sin dal titolo: «Average Italian Guy».
Anglicismo che vorrebbe adombrare il tipo italiano medio e invece attizza solo i più biechi istinti italioti, con tanto di foto di copertina del bimbo Giosué (protagonista del film di Benigni «La vita è bella») davanti alla scritta fascista e antisemita «Vietato l’ingresso ai cani e agli ebrei».
Non solo. “Il Ciriaco”, ieri, non ha semplicemente stanato per primo le ingiurie antimeridionali a danno dei poveri morti del viadotto di Monteforte, stigmatizzando «la stupidità allo stato puro» che troppo spesso alligna sul social network. Ma è riuscito, in un crescendo di indignazione sul web, a far cancellare la pagina incriminata. Purtroppo, non è finita qui. Per tutta risposta, l’amministratore recidivo ne ha infatti create altre, sempre con l’omino (rigorosamente nero) con nuovi insulti stavolta all’indirizzo del Ciriaco, dal titolo: «AIG bannata dai napoletani moralisti del Ciriaco», e giù volgarità a profusione. Con il compiacimento dell’anonimo amministratore dell’AIG il quale, in una sedicente intervista sul web, ha dichiarato che i suoi fan “risultano divertenti quando abboccano ad una provocazione, per questo adoro i napoletani adirati”.
Come quelli, si suppone, che hanno sostenuto la condanna del Ciriaco, che ha non a caso incassato la solidarietà di molti. Napoletani, irpini e non. Ma non è la provenienza geografica a contare in questa triste storia, quanto il clima davvero povero di spirito che continua ad affliggere l’Italia intera. E forse, occorrerebbe davvero un freno maggiore a certo sedicente «black humour» on line: che di divertente non ha proprio nulla, mentre di nero ha un abisso