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Cuma, in abbandono le mura di Aristodemo invase dalle erbacce e dalla gramigna

NAPOLI – Infestati dalla malerba i resti della fortificazione greca dell’antica Kyme, l’odierna Cuma, nel comprensorio archeologico dei Campi Flegrei.
Con l’arrivo della primavera gramigna e malerba irrompono su gli antichi blocchi poligonali risalenti al VI sec. a.C..

ERBA INFESTANTE – Hanno oltre 2500 anni gli antichi blocchi in tufo giallo dei campi Flegrei che compongono i resti dell’antica cortina difensiva della città di Kyme, l’odierna Cuma, ma sono in gran parte invasi dalle erbacce e dalla gramigna; una crescita inesorabile e veloce dell’erba infestante che arriva a ricoprire interi tratti delle antiche mura.

ANTICHE MURA – “Sono più antiche di quelle che circondano la celebre Poseidonia, Paestum per i Romani, tuttavia sono in pessimo stato di conservazione” fa sapere Lino Trincone, portavoce del movimento Pozzuoli Decide, da anni impegnato circa la rivalutazione del patrimonio storico-archeologico dei campi Flegrei.
La condizione della cortina difensiva arcaica dell’antica Kyme, voluta da Aristodemo, potenziata poi dai Sanniti e dai Romani, realizzata in grandi blocchi di tufo poligonali, è davvero drammatica: gramigna dappertutto ma non solo, ricavato nell’antico muro anche un vano per il contatore dell’acqua.

ARCHEOLOGIA DIMENTICATA – Un gioiello dell’archeologia flegrea, dunque, dimenticato in particolare dalle istituzioni, fa sapere il nostro interlocutore, ”le mura di Kyme, dovrebbero essere intese come un vero percorso Archeologico collegato con la mitica via che collegava Cuma con l’Averno.
Invece sono abbandonate, consegnate al logoramento dalle erbe selvatiche.
Auspico il restauro delle mure Cumane in uno con il restauro e l’apertura della mitica grotta del Cocceio”.
fonte www.napoli.com

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