NAPOLI – È scomparso Lucio Mastroberardino, erede della storica dinastia del vino campano e presidente dell’Unione Italiana Vini. È morto stroncato da un male inesorabile che ha affrontato con coraggio e dignità sino alla fine, sopraggiunta pochi minuti fa. Lucio ha dedicato tutta la sua vita alla viticoltura: dopo la laurea in Enologia ha infatti iniziato a lavorare nell’azienda fondata da padre Walter nel 1993 dopo divisione con l’azienda di famiglia.
Non solo vino, però: Lucio ha infatti nel corso di questi anni mostrato uno spiccato impegno verso l’associazionismo, prima con la Confagricoltura di cui è stato esponente di spicco, poi nell’Unione Italiana Vini di cui nel giugno 2010 divenne presidente. Un impegno associativo che ha coinvolto anche la sorella Daniela, presidente nazionale del Movimento Turismo del Vino.
Da qualche tempo Lucio aveva anche preso la responsabilità di condurre il Consorzio dei Vini Irpini
I suoi vini sono sempre stati come il suo carattere, low profile ma persistenti e lunghi nel tempo: la sua impostazione è stata al tempo stesso lineare e semplice. Una difesa radicale dei vitigni autoctoni campani, primi fra tutti Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Aglianico, vinificazioni tradizionali senza esagerate concentrazioni.
Per questo i vini di Terredora erano una sorta di benchmark del territorio ogni annata. E così è stato per quasi vent’anni. Con la sua scomparsa il mondo del vino italiano perde uno dei suoi indiscussi protagonisti.
fonte www.ilmattino.it