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Magma sotto i Campi Flegrei? da dimostrare

Il vulcanologo Carlino: «C’è magma sotto i Campi Flegrei? Mai dimostrato»

Replica all’intervento di Mastrolorenzo e Pappalardo pubblicato su «Nature»: «È stato solo supposto dallo studio della velocità delle onde sismiche nella crosta»
Gentile Redazione,
in merito all’articolo pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno «Campi Flegrei, subito il piano di evacuazione», del 17 ottobre, ed in quanto studioso dell’area vulcanica napoletana, mi sento in dovere di fare alcune considerazioni. Nell’articolo, i ricercatori Giuseppe Mastrolorenzo e Lucia Pappalardo, fanno alcune affermazioni piuttosto approssimative e fuorvianti. In primo luogo, nel contributo pubblicato su «Scientific Report» di “Nature” non viene documentata la presenza di una camera magmatica, che in realtà era già stata ipotizzata in studi precedenti, pubblicati su riviste internazionali, sia per il Vesuvio che per i Campi Flegrei. Dunque non c’ènessuna nuova scoperta. La presenza di un grande bacino magmatico, tuttavia, non è mai stata dimostrata inconfutabilmente, ma solo supposta dallo studio della velocità delle onde sismiche nella crosta terrestre (su questo argomento ci sarebbe molto da discutere). Inoltre, il contenuto in gas all’interno della camera magmatica, dedotta da analisi su campioni di roccia, non è condizione sufficiente a generare grandi eruzioni. Le analisi sui campioni di roccia oltretutto si riferiscono a condizioni fisiche diverse da quelle attuali. I tempi di preparazione di un’eruzione (i presupposti 100 anni) non rappresentano un dato attendibile nella previsione di un futuro evento eruttivo, perchè è stato più volte dimostrato che le eruzioni sono eventi dominati da processi caotici, quindi l’affermazione che un’eruzione potrebbe essere già pronta, poiché l’ultima è accaduta nel 1538, è del tutto priva di fondamento scientifico. In aggiunta, non si capisce in base a quale dato scientifico la prossima eruzione dovrebbe essere di grande energia. La probabilità di un evento eruttivo di grande energia, come quello del Tufo Giallo Napoletano o dell’Ignimbrite Campana, avvenuti migliaia di anni fa, è bassissima da un punto di vista statistico, per questo bisognerebbe motivare con dati ed ipotesi attendibili il perché del potenziale paventato pericolo. Va infine ricordato che l’attività in corso ai Campi Flegrei è caratterizzata dall’accadimento molto sporadico di sciami sismici (2 negli ultimi 7 mesi, con magnitudo molto basse) e da un sollevamento lento (15 cm circa dal 2004), che in termini di energia non costituiscono fenomeni precursori rilevanti per la preparazione di una grande eruzione. Eventi come quello dell’Ignimbrite Campana, ai quali l’uomo moderno non ha mai assistito, sono effettivamente catastrofici, ma è verosimile che questi siano preceduti da fenomeni precursori altrettanto energetici, specie in termini di cambiamento dello stato termico del vulcano e del campo di deformazioni. Gli scenari di rischio attuali, basati sulla dinamica in atto, non sono quindi correlabili a scenari catastrofici. Sarebbe interessante capire, in ultimo, come mai uno dei ricercatori, autore dell’articolo in questione, afferma che è impossibile fare previsioni sul fenomeno del bradisismo (cosa vera solo in parte), mentre sembra avere egli stesso una conoscenza dogmatica dei fenomeni vulcanici ai Campi Flegrei.
DI STEFANO CARLINO
* Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Sezione di Napoli – Osservatorio Vesuviano Unità di Progetto Dinamica dei Sistemi Vulcanici
FONTE WWWW.CORRIEREDELMEZZOGIORNO.CORRIERE.IT

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