Bacoli. Dare uno sguardo al mondo, a quello che c’è fuori al di là del proprio naso, di una festicciola, di un momento di divertimento e di svago, talvolta può essere oltre che necessario, anche importante. Importante per chi ha bisogno di farsi notare quale membro attivo di una società, o, come in questo caso, di una comunità all’interno della quale non trova posto pur volendo contribuire al suo mantenimento. E, allora, vi raccontiamo la storia di Giuseppe Borrello, “un uomo fra tanti” troppo a lungo ignorato e che, oggi, ha bisogno di noi. “Dormo dove capita, tra un portone di una qualche abitazione privata e le arcate sotto le quali potermi riparare dalle intemperie”, afferma Giuseppe Borrello, rivolgendo uno sguardo rassegnato ai suoi unici averi, qualche indumento e una sedia sdraio pieghevole donatagli da una vecchietta e al suo piccolo grande affetto rimastogli, un’amorevole cagnetta di nome Luna. L’uomo, bacolese verace, non ha più una fissa dimora dal mese di luglio scorso e, con l’aria di chi ormai si è abituato ad affrontare la vita giorno per giorno, “nelle mani di Dio”, senza fare previsioni a lungo termine, elenca problemi e disgrazie che lo hanno colpito, lanciando un appello alle istituzioni e ai loro concittadini affinché, anche lui, possa trovare un lavoro dignitoso e cucinarsi un piatto caldo alla sera o dormire con un tetto sulle spalle. “Vivevo in un appartamento di Bacoli insieme con mia madre – racconta Pino – fino a quando, nel 2007 è venuta a mancare. Siamo rimasti soli, io e la mia cagnetta. Non avendo un lavoro stabile e, non riuscendo ad arrivare a fine mese, per tanto tempo non mi è stato possibile economicamente pagare regolarmente il pigione per restare nella casa dov’ero in affitto. Lavoravo alla giornata e con quel poco che guadagnavo riuscivo a malapena a nutrirmi a mie spese”. Ma, purtroppo, c’era un affitto da pagare, al quale Pino non poteva più sottrarsi. “Non avevo soldi per pagare il pigione né le diverse utenze, luce, gas, Tarsu e, così, dopo 2 anni e 6 mesi di pigioni arretrati, nel 2010 l’Ufficiale Giudiziario è venuto a bussare alla mia porta, obbligandomi ad andare via. Da allora sono in mezzo ad una strada”. La storia di Pino è risaputa in città, un uomo ben voluto da tanti ma, purtroppo, non una persona è in grado di poterlo aiutare e risolvergli la critica situazione economica. “Non ho una casa, né una famiglia – continua commosso – dormo dove capita, riesco a mangiare con le offerte di qualche conoscente e svolgendo mansioni occasionali dove occorre, talvolta anche in diverse campagne. Sono povero, ma non sono solo perché credo in Dio ed ho la mia cagnetta Luna che non mi abbandona mai”. Un uomo che non è intenzionato a mollare la presa, che vuole guadagnarsi da vivere onestamente e che, soprattutto, è consapevole di non poter andare avanti così ancora a lungo. Ed è per queste ragioni che, alle istituzioni tutte e ai suoi compaesani, vuole far conoscere la propria storia: “A Bacoli mi conoscete tutti, ed è a tutti voi che rivolgo il mio messaggio. Non cerco chissà quali donazioni. Mi piace lavorare e guadagnarmi da vivere onestamente. Vorrei solo un lavoro e poter dormire sotto ad un tetto insieme alla mia cagnetta. Mi basta una piccola stanza con un bagno, un buco. Qualsiasi cosa va bene – conclude Pino – purché non viva più per strada in queste condizioni. Credo in Dio e leggo la Bibbia dal 1991. Il suo conforto è tra le poche cose che al momento mi danno speranza e forza per tirare avanti”. La stagione autunnale è alle porte, le temperature sono in calo e Pino, come purtroppo tante persone al mondo, non sa dove né come potersi riscaldare, lavare, nutrire. Sarebbe imperdonabilmente drammatico, per un paese che da sempre si contraddistingue per solidarietà e benevolenza, continuare a dormire sogni tranquilli restando indifferente difronte ad una situazione così precaria. Che Bacoli e Monte di Procida tendano la mano a chi ne ha bisogno, oggi più che mai.
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