Monte di Procida. Un “faro” per Monte di Procida. Dopo 32 anni di abbandono, ecco che ricominciano a tutta dritta i lavori di restyling del cine teatro “Il Faro” per realizzare un polo turistico-ricettivo. Un edificio, “pupilla” della cittadina flegrea, che nasce nel secondo dopoguerra, e subito diviene il simbolo della voglia di rinascere e di emergere che caratterizza la Monte di Procida degli anni Cinquanta. Sede privilegiata di spettacoli teatrali, nei quali gareggiavano le diverse associazioni filodrammatiche montesi ma anche numerose compagnie professionali, ospitò manifestazioni canore ed eventi culturali, esprimendo la vivacità di un paese che univa al primato economico una intensa attività sociale. Per diversi decenni tra le sale più attrezzate dell’area flegrea, il “Faro” subì un lento declino, al quale il sisma del 1980 mise la parola fine, condannandolo a lunghi anni di malinconico abbandono. Un nuovo nume di speranza si accende grazie ad una cordata di imprenditori italo-americani che decidono di ristrutturare il complesso, in chiave turistica. Valorizzazione di un patrimonio storico e attualizzazione delle funzioni rendendole compatibili con le moderne esigenze imprenditoriali. Questo il connubio “vincente” che ha fatto issare la prima pietra per la grande opera grazie ad un cospicuo finanziamento affinché funga da volano per il rilancio economico del paese attraverso la crescita di infrastrutture e servizi a supporto del business turistico. Fil rouge tra l’ambizioso progetto e la sua realizzazione, l’Amministrazione Comunale, riuscita finalmente a fare di un disegno su carta, un patrimonio edilizio che fosse perfettamente compatibile con il Piano Regolatore Generale del Comune e con il Piano Territoriale Paesistico dei Campi Flegrei. Approvato nell’aprile 2010 il Progetto d’Intervento, i lavori iniziarono già nel maggio 2011 dopo l’espletamento di una regolare gara di appalto privata. Dopo l’arresto di un anno circa, ecco che gli interventi di riqualificazione ripartono alla grande. Il progetto prevede l’abbattimento del manufatto esistente e la ricostruzione di un organismo architettonico così articolato: un albergo polifunzionale ma che rispetti i volumi originari. Al piano terra una sala auditorium e conferenze per 280 posti; un’area adibita ad atrio con servizi ed uno spazio per l’intrattenimento. All’esterno, un caratteristico portico accoglierà visitatori ed utenti insieme con un locale per bar ristoro e sala caffè collegata alla centralissima piazza XXVII gennaio. Al primo piano saranno realizzate undici stanze, al secondo nove e al terzo piano, invece, la struttura ospiterà un ristorante ed il roof-garden. Poi piccole boutique e vialetti con aiuole che conducono alla strada principale d’ingresso. Ai piani superiori ci saranno la Hall e i corridoi di accesso ed uscita della struttura turistico-ricettiva raggiungibile attraverso due rampe di scale ed ascensori, l’una da via Roma e l’altra da via Diaz; mentre attraverso un parcheggio sotterraneo (per circa 70 posti auto) sarà possibile allontanarsi dallo stabile immettendosi in via Diaz. Previste, ovviamente scale ed uscite di emergenza per ogni livello dello stabile. Molto particolareggiata anche la cornice circostante che sarà attrezzata a verde ed il piazzale arricchito da arredo urbano, aiuole, spazi ombreggiati e punti di sosta a disposizione della cittadinanza. La facciata con gli archi d’ingresso, unico elemento caratterizzante il vecchio stampo, sarà ricostruita secondo lo stesso criterio filologico, per recuperare la “memoria” della piazza e del sito, accorgimenti architettonici che si ripeteranno in più punti. L’intervento prevede un’articolata sistemazione delle parti, con materiali essenziali ed ampiamente storicizzati quali le pavimentazioni in pietra grigia vulcanica o in basolato di porfido con le listellature in travertino, i cordoli in “pietrarsa” (pietra di origine vulcanica di colore grigio scuro e molto resistente) o, in pietra chiara; il tutto con un preciso disegno ed una controllata stesura. Un polo che favorirà sicuramente la valorizzazione del centro storico nonché del borgo antico e le arterie che conducono ai punti panoramici della zona. Le ruspe a lavoro in questi giorni hanno rasserenato gli animi di coloro i quali, in questo progetto non vedevano altro che una delle tante opere avviate e mai portate a compimento nel più piccolo dei centri flegrei.
Melania Scotto d’Aniello
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