BACOLI. – Sono juventini e mandano una lettera al Corriere firmandosi «tifosi distrutti». Ora, è ben strano che in questo periodo, visti i fasti bianconeri, possano esserci in giro supporter delusi della Vecchia Signora. Eppure è così. Soprattutto se vi hanno appena rubato i biglietti acquistati per assistere in trasferta al big match Juve-Roma, giocato domenica scorsa. Un lettore – uno dei tifosi distrutti – ci racconta la brutta vicenda, anzi «un atto incivile e increscioso».
RACCOLTA QUOTE – Il misfatto sarebbe stato compiuto nei locali del Cral aziendale di uno stabilimento di Bacoli (Napoli). Azienda, a quanto pare, zeppa di aficionados di Pirlo e compagni. Da parecchi mesi – si legge nella missiva – fervevano i preparativi per la trasferta a Torino. «Raccolte le adesioni (50 persone tra impiegati e familiari, per la maggior parte bambini e ragazzi), si è provveduto alla prenotazione dei biglietti, dell’albergo, dell’autobus e della visita guidata allo Juventus Stadium di Torino». La quota? 180 euro a persona, regolarmente pagata. Tutto era pronto per la partenza quando il venerdì precedente alla stessa, «nei locali del Cral, dove erano custoditi in una cartellina tutti i biglietti, divisi per famiglie, che sarebbero stati consegnati il giorno dopo, si è verificato un furto con scasso della porta che portava all’interno della sede». Fatto strano: sono stati trafugati soltanto i tagliandi sportivi nonostante nella stessa stanza fosse presente altra merce di valore, «che non è stata toccata».
LA SCOPERTA – Sgomento quando il giorno successivo è stato scoperto il furto. «La denuncia ai carabinieri è stata fatta purtroppo solo alle 16,30». A vuoto – per i tempi ristretti – anche il tentativo di ottenere dall’agenzia distributrice dei biglietti (LisTicket) una lista completa dei nomi degli acquirenti del tagliando nominativo. «La trasferta è quindi saltata, con conseguente grande dolore e sconforto di tutti i partecipanti, soprattutto i bambini che avevano aspettato per mesi quel giorno (chi è tifoso ci può capire)».
I SOSPETTI – Nella parte finale della lettera si lancia un j’accuse – molto opinabile – ma che ha messo d’accordo i tanti juventini tifosi defraudati. «La sensazione è che tutto ciò sia stato un macabro dispetto, fatto da qualche tifoso napoletano dipendente dell’azienda». Deve trattarsi, aggiungiamo, di un tifoso, sì in vena di dispetti ma pure sprezzante del pericolo vista la possibilità di andare incontro ad un processo penale. Questa, poi, la chiosa finale: «Il danno morale è ormai irreparabile, l’unica cosa che possiamo fare è raccontarlo al Corriere, sperando che a nessun tifoso, di qualsiasi colore, succeda mai una cosa simile». Concordiamo: un furto è un furto, semina rabbia, al di là della passione per Vucinic, Ibrahimovic o Cavani
fonte www.corrieredelmezzogiorno.it