Questa mattina 29 novembre 2009, si è tenuta nel borgo Casevecchie la cerimonia di intitolazione dell’attuale via Amedeo al reverendo don Nicola Mancino.
In piazza S.Antonio uno striscione preparato dal “Centro Anziani Casevecchie” recita: “Don Nicola Mancino sarai sempre nei nostri ricordi“.
Si inizia con la messa celebrata da padre Leonardo nella chiesa di S.Antonio alle ore 11.30 circa alla presenza del sindaco Iannuzzi con tutti i maggiori esponenti dell’attuale amministrazione, degli esponenti dell’opposizione e dei tantissimi cittadini accorsi per l’occasione.
Al termine della messa, un corteo, preceduto dalla banda musicale e formato dalle autorità politiche, religiose, militari, dalle associazioni locali (circolo anziani Casevecchie, circolo anziani di piazza XXVII gennaio, circolo culturale cattolico italo americano Maria SS. Assunta in Cielo, l’associazione nazionale dei marinai d’Italia) e da un discreto numero di cittadini è partito dalla piazza S.Antonio per raggiungere, lungo via Filomarino, l’imbocco della strada da dedicare a don Nicola Mancino e cioè via Amedeo.
Qui, il sindaco ha proceduto al cerimoniale d’inaugurazione scoprendo la lapide appositamente preparata per l’evento e coperta da una bandiera dell’Italia, sotto le notte dell’inno di Mameli. Di fianco alla lapide uno striscione con lo stemma comunale recita: “La città di Monte di Procida ringrazia Don Nicola Mancino“.
Da qui il corteo è poi sfilato lungo la via che, da adesso in poi, possiamo chiamare “Nicola Mancino” fino a raggiungere la vecchia casa del reverendo, ora abitata dai suoi parenti, dove è stata piazzata una lapide in memoria di don Nicola.
Dopo aver scoperto la lapide insieme ad uno dei parenti del reverendo (Salvatore), il sindaco ha preso la parola per ricordare la figura, l’importanza e quindi i meriti avuti da don Nicola a circa 35 anni dalla sua morte.
A seguire, la benedizione della lapide da parte di padre Leonardo il quale informa tutti che l’assenza del vescovo è giustificata da altri impegni precedentemente assunti.
Infine tutti i presenti sono stati invitati al gran buffet preparato dai parenti di don Nicola Mancino.
Di seguito vogliamo ricordare la figura di don Nicola Mancino e le foto della manifestazione:
Don Nicola Mancino nacque il 18 Agosto 191 2 ed è deceduto il 26 Novembre 1975, ebbe purtroppo una vita breve. Fu ordinato sacerdote il 25 Luglio 1936, più tardi, 1’8 Novembre 1939, conseguì la laurea in Filosofia e Filologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con votazione 110/11 0 discutendo la tesi su “S. Agostino: etica morale” che fu pubblicata a stralci su riviste specializzate dell’epoca. Per molti ebbe cura dei fedeli della chiesetta di S. Vincenzo alla salita Torregaveta, ma soprattutto ha celebrato la famosa ultima messa domenicale delle 11,30 nelle parrocchia della S.S. Assunta, attirando moltitudini di fedeli
ad ascolta re le omelie che effondevano spiritualità e manifestavano lo spessore culturale dell’insigne oratore.
La sua figura carismatica ha attirato migliaia di giovani e non, in quanto per il nostro paese era divenuto la stella polare della cultura e del sapere, doti che sono state riconosciute ed apprezzate nell’intera area flegrea.
Fu docente di filosofia, pedagogia, scienze umane, storia in diversi istituti scolastici della provincia di Napoli.
Iniziò ad insegnare nel 1939 ed ha continuato fino al triste giorno della dipartita; ricordiamo il periodo di docenza nel liceo Vescovile di Pozzuoli, l’Istituto Magistrale “Virgilio” di Procida, la scuola media di Baia, il Convitto Vescovile di Aversa.
E’ doveroso ricordare che è spirato in assoluta pace così come visse lasciando dolore e rimpianto indescrivibili.
In Don Nicola, l’uomo della società civile ed il sacerdote si fondevano in “una unità sublime una figura affascinante” usando le parole di Padre Angelo D’Ambrosio, storico della Diocesi di Pozzuoli, che lo ebbe docente e padre spirituale.
Ha trascorso la sua esistenza dedicandosi allo studio ed al lavoro apostolico, proteso disinteressatamente nella difesa dei giovani, dei lavoratori, degli umili e dei più deboli: chiunque ha stretto rapporti con il Professore ha trovato il Padre, il Maestro, il Fratello, ed anche l’Amico.
E’ ben noto che visse esclusivamente dei proventi del suo quotidiano ed onesto lavoro, lasciando soltanto una immensa eredità culturale e null’altro.
Don Nicola, il Professore, è tuttora vivo nella nostra memoria; chi ha avuto la fortuna ed il privilegio di conoscerlo, non esita, nei momenti di riflessione ad attingere ai suoi precetti morali e didattici.