La questione trasporti si fa sempre più critica e scala la lista dell’agenda politica dell’amministrazione pubblica a vari livelli. Si è tenuta il 28 marzo, infatti, nella stanza del sindaco di Quarto un’importante riunione sul tema, dove erano presenti il presidente dell’Ente Autonomo del Volturno, Nello Polese, il direttore della Sepsa, Francesco Murolo, il direttore delle risorse umane della Sepsa, Maurizio Papagno, il sindaco di Quarto, Massimo Carandente Giarrusso, il subcommissario del Comune di Pozzuoli, Eduardo Oliva, il vicesindaco di Bacoli, Michele Massa, e il vicesindaco di Monte di Procida, Vincenzo Lucci.
Incontro organizzato alla luce dell’emergenza nel settore dei trasporti flegreo (e campano) che non accenna a diminuire, che anzi minaccia di aggravarsi, nonostante le ripetute rassicurazioni arrivate su più fronti, dai vertici aziendali e regionali. In questi giorni, in particolare, era emersa la difficoltà nell’assicurare il normale numero di corse da parte sia della Circumflegrea che della Cumana, problema la cui risoluzione è stata annunciata entro qualche giorno, visto lo sblocco di una parte dei fondi destinati alla manutenzione dei treni, che permetterà la riparazione e dunque il ripristino di alcune macchine.
Lo stato delle cose
La spiegazione dei disagi è sempre la stessa: mancano le carrozze, come annunciato da altoparlanti e display luminosi. La carenza dei mezzi finanziariimpedisce così di pagare i fornitori dei pezzi di ricambio e i treni in circolazione diminuiscono, mentre quelli in uso diventano obsoleti, privi di adeguata manutenzione e finanche rischiosi per la sicurezza degli stessi viaggiatori, costretti il più delle volte, specie negli orari di punta, a viaggiare in condizioni di affollamento eccessivo. Questo si reitera da tempo, troppo, per l’intero comparto del trasporto su ferro e su gomma, con conseguenze importanti sulla quantità e qualità della circolazione e del servizio.
Eav: i dati
A monte, una gravissima crisi strutturale protrattasi nel tempo fatta di cattiva gestione, sperpero di denaro pubblico, tagli ingenti di finanziamenti alle regioni e agli enti locali e di questi all’azienda Eav: la holding che gestisce il trasporto campano avrà 15 milioni di euro in meno, a cui potrebbero sottrarne altri nel corso del 2012, che assieme al mancato pagamento dei creditori, rischiano di far raggiungere all’azienda un deficit di 80-90 milioni di euro. I dati più allarmanti riguardano i collegamenti con la provincia: trentotto corse su settanta, circa il 30 per cento delle corse effettuate, oltre 50 corse tagliate. Questi i numeri del trasporto pubblico su rotaia.
Eav: i proclami
Questa la drammatica e incerta situazione a cui i pendolari devono sottostare per spostarsi dalla provincia di Napoli alla città e viceversa. Nonostante ciò, l’Eav si è lasciata andare in grandi proclami, riportati dal sindaco di Quarto dopo l’incontro: “l’apertura di una nuova linea, importantissima, che collegherà Cumana e Circumflegrea da Soccavo all’Edenlandia, con 4 nuove fermate che attraverseranno il quartiere di Fuorigrotta; inoltre è prioritaria, per l’ente, la creazione del secondo binario che permetterà di dimezzare il tempo di percorrenza, da 20 a 10 minuti, da Quarto a Montesanto“. La responsabilità è da imputare alla Regione “per velocizzare i lavori, però – ha spiegato il presidente dell’Eav, Polese – occorre un impegno importante da parte delle amministrazioni comunali: i fondi ci sono, ma occorre che la Regione Campania approvi al più presto i progetti di consolidamento di alcuni importanti snodi, quali ad esempio le gallerie del Vomero e dei Camaldoli; da qui potranno poi nascere altri importanti investimenti per Quarto e per i Campi Flegrei, non ultimo l’interscambio in zona via Brindisi, fortemente voluto dal sindaco Giarrusso“.
La protesta dei lavoratori
Nel frattempo, proprio i lavoratori del gruppo Eav e dell’indotto hanno indetto un sit-in nella mattinata del 27 marzo, riunendosi davanti alla sede della Regione Campania, Palazzo Santa Lucia. I manifestanti, da mesi in mobilitazione contro i tagli al settore e la messa a rischio del loro stesso stipendio, come paventato nello scorso autunno, intendono denunciare “la deriva di Circumvesuviana, Sepsa, Metrocampania ed Eav-bus”, come si legge in alcuni manifesti esposti. “Si registrano – denunciano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti , in un documento diffuso agli utenti – forti tagli alle risorse economiche e quindi dei servizi offerti all’utenza“. Le aziende non riescono “a pagare con puntualità le imprese fornitrici di servizi e beni come ricambi per treni e bus, energia, carburante, pulizia e in molti casi anche le retribuzioni dei propri dipendenti e di quelli dell’indotto“.
Tutto ciò “ha forti ripercussioni sulle uscite dei treni e dei bus: ad oggi circa il 50 per cento dei mezzi restano fermi nei depositi e nelle officine. Si assiste ormai alla soppressione quotidiana di corse ed a composizioni ridotte di treni con sovraffollamento degli stessi ai limiti della sicurezza e della regolarità del servizio“. In questo scenario dai tratti apocalittici “solo il forte senso di responsabilità e di abnegazione dei lavoratori sta garantendo un minimo di servizio programmato” chiosano i sindacati.
I dubbi
Domande però sorgono spontanee in tutta questa vicenda: chi sono i responsabili (dirigenti e politici) di questa situazione? Sono i danni prodotti dal clientelismo politico? Tenuto conto che gli Enti locali devono continuare ad investire nel settore, è giusto che lo facciano in una gestione fallimentare di un servizio che, essendo pubblico, dovrebbe essere garantito? La richiesta di fondi serve solo a calmare un pochino le acque o a dare una prospettiva? Se no, quali sono le alternative in grado di garantire un servizio accessibile e funzionale alla comunità
fonte www.iniziativa.net