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Crisi Deiulemar: I Torresi ancora in piazza a chiedere udienza dai soci ma…

E’ ormai muro contro muro tra gli obbligazionisti e la società…e intanto sullo sfondo la procedura fallimentare…

Si è tenuta giovedì alle ore 16.00 la terza manifestazione dei Torresi contro le posizioni della Deiulemar S.p.A. Il concentramento questa volta, previsto in P.zza S. Croce; poi il corteo ha sfilato per via S. Noto, via Roma, via V. Veneto, via Marconi, via Tironi e via E. De Nicola toccando così tutte le sedi della Deiulemar e le case delle tre famiglie di armatori: Lembo, Della Gatta e Iuliano.
E’ un grido unanime di disperazione ormai: ” Ladri, Assassini, ci avete rubato il nostro futuro, avete tolto il pane dalla bocca dei nostri figli e dei nostri nipoti, Vergogna!”

“Siamo sfiniti, non dormiamo più la notte: vogliamo sapere come fare per recuperare i nostri soldi”.
L’atmosfera ormai è rovente, davanti all’Hotel Sakura alcune persone hanno anche avuto discussioni accese al limite della comunicazione verbale poichè nel corteo c’era anche qualche testa calda che poteva boicottare la manifestazione. I poliziotti attenti ad intervenire, hanno chiamato l’unità mobile (celerini) di Pzza Plebiscito per governare meglio . Si preoccupavano dell’ordine pubblico, quando tra la gente c’erano persone di tutte le professioni e anche vecchiette e vecchietti. ‘In situazioni come queste – hanno asserito – basta una scintilla e si può scatenare una rivolta violenta”.

Quando i manifestanti si sono diretti a via Tironi alla sede legale della Deiulemar S.p.A. si sono trovati davanti tre blindati con una decina di poliziotti armati si scudo, casco, manganelli e quant’altro a difendere il quartier generale della società. La tensione si prevedeva già dalla sera prima quando, l’ennesima giornata di fuoco sul fronte Deiulemar chiusasi intorno alle venti vedeva l’amministratore unico della compagnia Avv. Maviglia firmava la nota ufficiale che certificava i dati del censimento organizzato all’hotel Poseidon.

E i numeri non erano confortanti: ” il dato complessivo degli obbligazionisti censiti si attesta intorno a 10.578, mentre il debito totale nei confronti dei titolari di certificati al portatore ammonta a 684.593.967 euro”. Ma…non solo, le cifre comunicate dalla Deiulemar sono suscettibili di ulteriori modifiche considerato che “sono in corso le verifiche su tutte le nuove obbligazioni censite” e che esiste la possibilità di nuove prenotazioni. Insomma lo scenario sembra persino peggiore rispetto agli 800 milioni di euro. Perchè ai 684 milioni di euro devono essere sempre aggiunti l’importo delle obbligazioni iscritte in bilancio – circa 40 milioni di euro – e il debito bancario che è definito nella misura complessiva di circa 101 milioni di euro. A chiudere i conti infine i crediti verso i fornitori; un debito allo Stato, non pienamente definito perchè costituito di rapporti oggetto di contenzioso.

Di qui, la decisione dei vertici della Compagnia di navigazione di convocare stesso in serata un nuovo tavolo tecnico a cui hanno invitato i rappresentanti dei vari comitati degli obbligazionisti nati a tutela dei risparmiatori. Tuttavia gli obbligazionisti hanno voluto prima chiedere un colloquio formale per la delegazione dei risparmiatori, fatta da avvocati e altri liberi professionisti ma anche da cittadini comuni.

Intendevano sottoporre ai vertici della Compagnia il loro piano di rientro dei risparmi nel rispetto delle esigenze di solvibilità della stessa, considerando la situazione di crisi economica mondiale. Un piano veramente molto articolato e molto comprensivo non solo delle esigenze e dei diritti dei risparmiatori ma anche dei presupposti essenziali di esistenza in vita e produzione dell’impresa. Un piano contenuto in un documento che i sig. Raffaele Lembo e Pasquale della Gatta (i soci che hanno accolto la delegazione) avrebbero dovuto firmare come impegno a risanare le sorti della società senza dimenticare le sorti dei risparmiatori. Il documento non è stato firmato, naturalmente. Pasquale della Gatta, con il suo fare arrogante (forse innervosito dalla notifica dell’istanza di fallimento presentata al Tribynale di Torre Annunziata), alle domande di alcuni risparmiatori più preparati e più informati degli altri si è permesso persino di insultarli pubblicamente.

La proposta finale e cioè quella che poi avrebbero presentato qualche ora dopo al “tavolo tecnico” è stata quello dell’apertura di un concordato preventivo, prima della scadenza del 18 aprile prossimo, data in cui si avrà la prima udienza del procedimento fallimentare aperto dal Procuratore capo della sezione fallimentare di Torre Annunziata Palascandola. Esso prevederebbe la costituzione di una newco in cui verrebbe riconosciuto agli obbligazionisti il 30 % del proprio prestito da convertire in azioni, per cui i risparmiatori si vedrebbero tutti trasformare da creditori obbligazionisti in soci della società, con tutti i rischi che tale posizione e ragione giuridica comporta.

Per chi non lo sapesse un azionista partecipa agli utili e alle perdite della società…e chi si fida ormai di una società che è in stato di insolvenza?

Inoltre, come alcuni legali precisavano nei loro chiarimenti alle persone che ormai hanno solo fame di sapere, di comprendere, di capire, considerando che lo stato di insolvenza è ormai noto, la circostanza in parola consente ad ogni obbligazionista di richiedere immediatamente ai sensi dell’art. 1186 c.c. la restituzione delle somme di cui è creditore, per cui non ha più valore la scadenza del 2018. Alle notizie della delegazione, restata in udienza per ben tre ore, gli obbligazionisti hanno urlato un deciso No – in galera!

Il corteo si è sciolto con grande delusione, forse qualcuno in cuor suo sperava in un’apertura maggiore della società nei confronti degli obbligazionisti, considerando che fino al 18 gennaio scorso, esattamente il giorno prima che scoppiasse sui mezzi d’informazione la bomba della crisi, hanno prelevato 200.000 mila euro da una signora Torrese che vive però nel nord Italia.

Gli obbligazionisti sono stati definiti da Pasquale della Gatta “il cancro della società” – forse perchè lui pretendeva ormai che gli stessi gli regalassero i propri risparmi con tanti complimenti per la sua bella faccia da filibustiere.

Alle ore 23.15 I rappresentanti dell’Unione dei Consumatori e del Comitato Noideiuleram di Torre hanno formalmente comunicato ufficialmente quanto segue:

‘Da pochi minuti si è concluso il
“tavolo tecnico” tenutosi con i vertici Deiulemar: davvero poche le novità emerse nel corso del lungo incontro e, sostanzialmente, oltre all’indicazione del risultato del censimento, che ha visto la quantificazione di circa 700.000.000,00 di euro in obbligazioni cd. parallele, non è emerso alcun nuovo elemento, in termini monetari che potesse soddisfare le esigenze dei creditori. – La tanto attesa proposta, insomma, non è arrivata!

Un inaspettato atteggiamento di chiusura, dal quale L’Unione Nazionale Consumatori e il Comitato Noideiulemar prendono le distanze, che induce a dare impulso a tutte le necessarie ed opportune azioni, dirette a tutelare gli interessi dei tanti onesti risparmiatori rimasti coinvolti nella vicenda.

E così sia…
Assunta Esposito

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