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Un salvaschermo contro il cancro

Unire tutti i computer del mondo per sconfiggere il cancro.
Tutti, compresi i pc dell’ufficio, di casa, delle scuole, degli Internet caffè. Si chiama peer-to-peer, significa grossomodo “da pari a pari”.

E’ il sistema che mette in collegamento i computer (il più celebre è il sito di musica gratis Napster) per mettere in comune parte della memoria inutilizzata. Tutti questi pezzetti di memoria che da soli non servirebbero a nulla, messi insieme forniscono una capacità di elaborazione che nessun computer al mondo, compresi quelli di ultimissima generazione, si può sognare.

Adesso questo eperimento è stato messo al servizio della ricerca sul cancro. La capacità di memoria formata da tutti coloro che aderiranno all’inizativa sarà utilizzata per testare i farmaci sperimentali e le reazioni delle cellule malate quando vengono sottoposte al trattamento.

Per aderire al progetto basta scaricare uno screensaver, un salvaschermo, e insieme si scaricherà il software che collega il proprio pc a un server centrale al quale sono uniti anche tutti gli altri volontari.

Il progetto è stato messo a punto dall’Università di Oxford e dall’associazione americana National Foundation for Cancer Research ed è stato lanciato in California. Il supporto tecnico è fornito dalla Intel e dalla United Devices. Quest’ultima è la vera autorità nello sviluppo e progettazione del peer-to-peer (P2P). Il più grande progetto di unione tra computer è quello progettato da loro per il Seti (Search for Extra-Terrestrial Intelligence), l’istituto nel quale dal 1984 scienziati e appassionati di ogni parte del mondo lavorano al tentativo di individuare forme di vita aliena nell’universo. In quel caso il salvaschermo con software connesso serve ad analizzare i dati raccolti dal più grande radiotelescopio del mondo, quello portoricano di Arecibo.

Il progetto anglo-americano che parte oggi riporta sulla terra le capacità offerte dal P2P e le indirizza verso la ricerca sul cancro, “che ormai colpisce una persona su quattro”, dice Graham Richards, professore a Oxford.

Secondo gli esperti, un utilizzatore medio di pc si serve solo del 20 per cento della potenza della macchina. La parte che resta, se sfruttata, diventa preziosa.

A chi sottoscrive l’inizitiva (può farlo chiunque anche dall’Italia) sarà inviato un pacchetto iniziale di 100 molecole, ognuna connessa a un software medico chiamato Think e un modello di una proteina conosciuta come agente cancerogeno. Think valuterà l’azione delle molecole del farmaco contro la proteina malata creando un modello tridimensionale al computer che mostra le interazioni tra il farmaco e la malattia. Questo è il salvaschermo. Ma mentre si ammirano le evoluzioni tridimensionali, il server centrale riceve tutte le informazioni riguardo al test in corso, soprattutto quelle che danno risultati postivi.

E, come ogni sistema P2P, l’accesso è libero e potenzialmente può espandersi a tutti i possessori di computer del mondo.

“LA Repubblica” 4 aprile 2001

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