Quanti soldi è opportuno lasciare sul conto corrente?
Questa domanda tocca un tema centrale della pianificazione finanziaria personale. La risposta non è mai univoca, perché dipende da fattori soggettivi come le abitudini, la
percezione della sicurezza finanziaria e le esigenze pratiche. Tuttavia, è possibile definire alcuni principi utili per orientare questa scelta.
Una delle regole migliori è mantenere sul conto corrente una liquidità sufficiente a coprire tra tre e sei mesi di spese essenziali. Questo cuscinetto consente di affrontare imprevisti, come una spesa medica improvvisa o una riparazione d’urgenza, senza dover ricorrere a soluzioni costose o stressanti. Per esempio, un nucleo familiare con spese mensili di 2.000 euro potrebbe, per esempio, optare per mantenere tra 6.000 e 12.000 euro facilmente disponibili. Ma se questa è la soglia minima, è altrettanto importante evitare l’accumulo eccessivo di denaro sul conto corrente. L’inflazione, infatti, riduce progressivamente il potere d’acquisto, erodendo il valore reale dei risparmi. Inoltre, ci sono costi associati alla gestione di un conto corrente e, lasciando troppa liquidità inattiva, si perdono opportunità di crescita che investimenti più oculati potrebbero offrire.
Un altro esempio comune è quello di chi lascia sul conto somme significative per sentirsi al sicuro, magari 30.000 o 50.000 euro. Questo comportamento, spesso legato alla paura di non avere denaro immediatamente disponibile, non tiene conto del fatto che una parte di questa liquidità potrebbe essere impiegata in investimenti a basso rischio, come obbligazioni o ETF. In tal modo, oltre a mantenere una riserva sufficiente, si proteggerebbe il capitale dalla piena erosione inflazionistica.
Basti pensare che chi ha mantenuto 100.000 euro sul proprio conto corrente da gennaio 2020 ad ottobre 2024 ha visto scendere il proprio potere di acquisto fino a 85.543,20 euro.
Una PERDITA NETTA di 14.456,80 euro in pochi anni.
La gestione del denaro, però, non è solo una questione di numeri. Entra in gioco anche la finanza comportamentale, che spiega come emozioni ed euristiche influenzino le nostre decisioni. La paura di perdere il proprio capitale può spingere molte persone a trattenere liquidità eccessiva, cercando una sicurezza che, paradossalmente, può rivelarsi illusoria.
Al contrario, in momenti di euforia, si rischia di ridurre troppo la liquidità per investire in maniera impulsiva. È importante riconoscere questi meccanismi e cercare di adottare un approccio più razionale e bilanciato.
La tranquillità economica ha una componente soggettiva. Alcuni si sentono sicuri mantenendo solo un saldo minimo sul conto e investendo il resto; altri preferiscono avere somme più consistenti a disposizione per ogni evenienza. Non esiste una formula universale, ma una linea guida utile potrebbe essere questa: lasciate sul conto l’importo che vi fa sentire sereni, ma non dimenticate che il denaro fermo non produce valore e rischia di perderlo nel tempo.
Per trovare il giusto equilibrio, è consigliabile….farsi consigliare bene. Stabilire un fondo di emergenza, investire il surplus in modo diversificato e rivedere periodicamente le proprie strategie alla luce di eventuali cambiamenti personali o di mercato. Questo approccio permette di ottimizzare i propri risparmi, affrontare le incertezze del futuro e contrastare l’effetto erosivo dell’inflazione, proteggendo il proprio patrimonio con intelligenza e lungimiranza.
Luca Scotto d’Aniello
Consulente Finanziario
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