Un recente studio ha rivelato nuove strutture sismiche all’interno della caldera dei Campi Flegrei, utilizzando un’analisi innovativa della distribuzione delle magnitudo dei terremoti nello spazio. Questo importante lavoro è stato condotto da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in collaborazione con l’Università della Campania Luigi Vanvitelli, e pubblicato sulla rivista scientifica ‘Communications Earth & Environment’ di Nature.
La caldera dei Campi Flegrei è famosa per il fenomeno del bradisismo, un movimento lento di sollevamento e abbassamento del terreno, accompagnato da terremoti che possono causare preoccupazione nella popolazione locale. Comprendere come queste caratteristiche della crosta terrestre influenzano i terremoti è essenziale per il monitoraggio sismico e la sicurezza delle persone che vivono nell’area.
L’obiettivo principale dello studio, intitolato “B value enlightens different rheological behaviour in Campi Flegrei caldera”, era quello di capire come le caratteristiche della crosta terrestre, lo stress cui è sottoposta e le temperature presenti influenzino il numero e la magnitudo dei terremoti. Il parametro chiave analizzato è il cosiddetto “b-value”, che dipende dal rapporto tra il numero di terremoti di magnitudo elevata e quelli di magnitudo minore. Un b-value di 1, ad esempio, indica che per ogni terremoto di magnitudo 4 si osservano 10 terremoti di magnitudo 3.
Il team ha analizzato 7670 eventi sismici verificatisi tra gennaio 2005 e ottobre 2023, rilevati dall’Osservatorio Vesuviano dell’INGV. Hanno scoperto che al di sotto delle aree di Solfatara e Pisciarelli, fino a una profondità di circa 2 km, la fratturazione delle rocce e la presenza di fluidi idrotermali favoriscono terremoti di bassa magnitudo (fino a Md=3). Al di sotto dei 2 km, il rapporto tra le magnitudo dei terremoti è simile a quello osservato a livello globale, con un b-value vicino a 1.
Questa scoperta è un importante passo avanti per il monitoraggio delle aree vulcaniche. La capacità di rilevare automaticamente le variazioni del b-value potrebbe migliorare significativamente il monitoraggio sismico e la comprensione delle dinamiche vulcaniche. Questo metodo potrebbe essere applicato anche in altre aree vulcaniche, aiutando a prevedere cambiamenti potenzialmente pericolosi nella dinamica della crosta terrestre.
Il team di ricerca continuerà a perfezionare questa tecnica, con l’obiettivo di monitorare le variazioni della relazione di Gutenberg-Richter e di applicarla in altre aree vulcaniche. I risultati di questa ricerca potrebbero diventare strumenti preziosi per la previsione e la prevenzione di fenomeni sismici, contribuendo così alla sicurezza della popolazione.
La ricerca condotta sui Campi Flegrei rappresenta un contributo significativo alla scienza sismica e vulcanologica, fornendo nuove conoscenze che potrebbero migliorare la nostra capacità di monitorare e prevedere i terremoti in aree vulcaniche. Anche se al momento i risultati non hanno immediate implicazioni per la protezione civile, rappresentano un importante passo avanti nella comprensione delle dinamiche dei terremoti in queste aree complesse.
Per approfondire, potete leggere lo studio completo: “B value enlightens different rheological behaviour in Campi Flegrei caldera”.