Nel ricordare Michele Sovente, poeta nato e vissuto tra le strette vie di Cappella, non possiamo che celebrare l’eredità di un uomo che ha intessuto le sue parole con la stessa vivacità e complessità dei luoghi che ha chiamato casa.
Sovente non è stato solo un poeta, ma un custode delle tradizioni, un esploratore della lingua e un ambasciatore della cultura dei Campi Flegrei. Con il suo stile unico, che mescola italiano, latino e il dialetto cappellese, ha trasformato le sue poesie in veri e propri canti dell’anima di questa nostra terra antica e misteriosa.
Nato nel 1948 e scomparso il 25 marzo 2011, Sovente ha lasciato un’impronta importante nel panorama della poesia contemporanea napoletana ed italiana. Le sue radici affondano profondamente nel terreno fertile dei Campi Flegrei e la sua sensibilità artistica ha saputo cogliere l’essenza di questa terra, ricca di storia e mito.
La sua poesia, multilingue e multiforme è un riflesso della complessità e della ricchezza culturale dei Campi Flegrei. Attraverso l’italiano, il latino e il dialetto cappellese, Sovente ha saputo dare voce ai molteplici strati di identità che caratterizzano questa regione. Il suo trilinguismo non è stato solo un esercizio di stile, ma una profonda espressione di appartenenza e rispetto per la sua terra e le sue radici.
Con opere come “Cumae“, che gli ha valso il Premio Viareggio-Rèpaci nel 1998, Sovente ha trasportato i lettori in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, immergendoli nei paesaggi e nei miti dei Campi Flegrei. Attraverso versi intrisi di simbolismo e suggestione, ha reso omaggio alla natura selvaggia e primordiale di questa regione vulcanica, svelando al contempo le sue profonde connessioni con il mondo antico e il sacro.
Ma la grandezza di Sovente non risiede solo nelle sue opere letterarie, ma anche nella sua capacità di trasmettere la passione per la lingua e la cultura dei Campi Flegrei. Come docente di Antropologia culturale presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e collaboratore del quotidiano “Il Mattino”, ha dedicato la sua vita a diffondere la conoscenza e l’amore per la nostra terra.
A tredici anni dalla sua scomparsa, l’eredità di Michele Sovente continua a vivere nei cuori e nelle menti di coloro che hanno avuto il privilegio di conoscere lui e la sua opera.
La sua poesia continua a brillare come un faro, illuminando il cammino dei viaggiatori tra i complessi labirinti della storia e della cultura dei Campi Flegrei. La sua voce persiste nelle stradine strette di Cappella, portando con sé il ricordo di un uomo che ha amato e celebrato la nostra terra con una passione e una dedizione senza pari.
Riposa in pace, maestro!