Quest’anno si voterà per eleggere un nuovo Sindaco.
Il nostro paese merita un sindaco e un candidato sindaco che riconoscano e rispettino le regole della democrazia.
L’espediente del vittimismo, ricorrente negli ultimi anni, non può essere ancora il principio ispiratore di chiunque ha velleità di governare il paese.
Inoltre, come già successo in questi anni, la malafede e la supponenza hanno come effetto collaterale, quello di non “ingarrarne” una.
Nel 2023 la MAGGIORANZA dei consiglieri eletti dai cittadini ha deciso di sfiduciare l’amministrazione e Sindaco. Da quel momento fino a ieri e probabilmente anche fino alle elezioni, si urla, si strepita, si piange, ci si straccia le vesti e si punta il dito ai “traditori”.
Tutto questo senza tenere conto della memoria, dei fatti accaduti neanche tanto tempo fa.
Questo strepitare non lo ricordiamo quando nel 2015 fu mandata a casa l’amministrazione Iannuzzi, gli urlatori di oggi, nel 2015, inneggiavano alla giustezza di quell’azione LEGITTIMA e DEMOCRATICA.
Eppure, c’è chi legge “La storia secondo chi la vuol raccontare solo a modo suo” come se fosse un Vangelo.
I punti di vista possono essere diversi. Ma perseverare nel voler trasformare la realtà, lasciando intendere che un atto democratico e legittimo, quale le dimissioni contestuali della maggioranza dei consiglieri comunali, sia un atto sovversivo.
Esistono gli Atti, i Consigli Comunali, le missive, i solleciti, i richiami, i messaggi personali con i quali il nostro Gruppo di MDP BENE COMUNE ha nei mesi esortato Giunta ed ex Sindaco a RISPETTARE IL PATTO FATTO CON GLI ELETTORI in campagna elettorale (ogni cittadino può prendere visione di quel Programma, è uno dei primi atti approvati dal nuovo consiglio comunale nel 2020 e verificare cosa sia stato realizzato ovvero iniziato).
Ce ne siamo andati perché quel patto è stato disatteso, anzi di più: È STATO TRADITO.
Il paese è allo stremo, un deserto triste dal quale le attività scappano per trasferirsi altrove, ed ogni giorno si incontrano persone deluse, prese in giro, a cui era stato fatto credere la luna nel pozzo, eppure di questo non si parla, non si mettono idee in campo per tentare di fermare questo esodo.
Niente di niente.
L’unica cosa che conta è LA SEDIA per chi, per necessità di vita, ci si deve appoggiare su quella sedia.
L’invito nostro è quello di abbassare i toni, smetterla di urlare e cominciare a parlare concretamente di progetti futuri, per evitare la morte civile del nostro amato paese.
Monte di Procida Bene Comune