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Sotto i Campi Flegrei: l’enigma dei serbatoi di Magma nascosti a bassa profondità

Campi Flegrei: Nuovi Studi Rivelano la Presenza di Magma a Bassa Profondità

Mentre negli ultimi giorni sembra che la situazione dei Campi Flegrei si sia stabilizzata, gli esperti sottolineano che è ancora presto per stabilire se si tratti di una breve pausa o se rappresenti una tendenza a lungo termine. In questa fase, la comunità scientifica è divisa sulla causa di queste attività sismiche, ma una teoria in particolare, basata su studi condotti da equipe di vulcanologi di riconosciuta esperienza, sta guadagnando terreno.

Uno degli ultimi studi, intitolato “Dinamica della Camera Magmatica nella Caldera dei Campi Flegrei” pubblicato nel febbraio dell’anno scorso e firmato dai vulcanologi Chiara Paola Montagna, Paolo Papale e Antonella Longo, ha gettato nuova luce sulla situazione.

Questa ricerca suggerisce che il sistema vulcanico dei Campi Flegrei potrebbe includere magma collocato a bassa profondità, con la probabile presenza di più serbatoi di magma con diverse profondità, dimensioni e forme che potrebbero essere collegati in diverse fasi dell’evoluzione del sistema.

In particolare, il documento mette in evidenza che “nel caso specifico dei Campi Flegrei, un abbondante componente di gas magmatico si riconosce nelle fumarole della Solfatara“. Questa scoperta è stata particolarmente importante, poiché suggerisce che i serbatoi di magma potrebbero giocare un ruolo significativo nelle attività sismiche della zona flegrea.

Per quanto riguarda la presenza dei serbatoi di magma, lo studio conferma l’esistenza di uno situato a circa 8 chilometri di profondità, con una larghezza stimata in alcune decine di chilometri. Ma, i ricercatori hanno anche individuato “lotti ricchi di fluidi, interpretati come magma parzialmente fus” a profondità comprese tra uno e sei chilometri. Questi serbatoi meno profondi sembrano contenere magma con composizioni che variano dalla trachite alla fonolite.

Le simulazioni condotte dagli scienziati indicano che ci sia una sorta di convezione e mescolamento del magma nella camera magmatica superiore, oltre a domini di dicchi, corpi di lava simili a fogli, di alimentazione. Al momento, comunque, il sistema sembra trovarsi in uno stato di stabilità, poiché il rimescolamento dei magmi che salgono dalle profondità e quelli che scendono nelle profondità della terra crea uno scambio tra i flussi di magma senza superare punti critici.

Nonostante questa teoria non sia condivisa da tutta la comunità scientifica, sta diventando sempre più evidente che la presenza di serbatoi di magma a bassa profondità potrebbe essere una componente significativa nel complesso panorama vulcanico dei Campi Flegrei.

Gli esperti continuano a monitorare attentamente la situazione e a condurre ulteriori studi per comprendere meglio la relazione tra questi serbatoi magmatici e l’attività sismica nella regione. La ricerca continua e la comunità scientifica rimane in allerta per eventuali sviluppi futuri.

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