Uno studio condotto dall’University College London e dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha rivelato che la crosta della caldera dei Campi Flegrei sta attraversando un processo di indebolimento progressivo a causa dei ripetuti episodi di sollevamento avvenuti negli ultimi decenni.
La ricerca, pubblicata su Communications Earth and Environment di Nature, ha evidenziato che la crosta sta passando da una fase “elastica” a una “inelastica”, durante la quale ogni sollevamento provoca immediatamente terremoti. Questo risultato è stato previsto in studi precedenti e confermato dai recenti aumenti di sismicità a partire dal 2019.
Gli esperti sostengono che è fondamentale studiare i Campi Flegrei utilizzando questo nuovo approccio per comprendere il livello di fratturazione della crosta. Nonostante il livello del suolo sia attualmente più alto di quanto registrato durante la crisi bradisismica del 1984, la deformazione inelastica avviene con uno sforzo inferiore. Ciò indica che i movimenti di sollevamento hanno causato modifiche progressive nella crosta nel corso degli anni.
Gli autori dello studio ipotizzano diverse possibili evoluzioni future, ma sottolineano l’importanza di analisi quantitative approfondite per comprendere meglio la pericolosità vulcanica e migliorare gli strumenti di previsione e prevenzione per la protezione civile.
È importante sottolineare che lo studio scientifico non ha implicazioni dirette sulla sicurezza della popolazione o sulla protezione civile al momento, ma rappresenta un contributo potenzialmente utile per migliorare gli strumenti di previsione e prevenzione per la protezione civile in futuro.