Padova. Viola Scotto di Santolo regala il Verso della Rana agli studenti.
Il libro ristampato dall’associazione “Fuori la Voce” che contrasta la violenza sulle donne è il bullismo scolastico e quindi regalato agli studenti delle scuole di Veneto, Emilia Romagna e altre regioni.
Ecco le parole della scrittrice di Monte di Procida…..
“Il verso della rana” ha una nuova vita e ne sono estremamente felice. Ho deciso di regalarlo, infatti, a un’associazione che si occupa di bullismo scolastico e che intende farlo leggere in molte scuole del nord Italia e donarlo agli eventi di sensibilizzazione.Sono contenta. Se ci sono altri grassi in giro per l’Italia, voglio che siano confortati da questa mia storia.Lunedì sera l’ho presentato a Carpi, insieme all’associazione “Fuori la Voce”, al Sindaco, alle istituzioni, a molti psicologi, avvocati e professionisti.Mi ha commosso la partecipazione del pubblico. Mi hanno commosso le loro domande timide. Mi ha colpito la richiesta di dedicare il libro ai loro figli.“Mia figlia ha qualche chilo in più”, “mio figlio viene escluso dal gruppo”, “ho paura che i miei figli vengano maltrattati. Leggendo questo libro magari troveranno la forza di parlare dei loro problemi”, mi hanno detto alcuni genitori.Davvero, ne sono felice. È per questo che ho scritto questo libro.Perché nessun adolescente senta di meritarsi il trattamento ostile, osceno, ridicolo che mi sono meritata io, soltanto perché ero grassa.Sapete che l’ultimo terribile gioco in voga tra gli studenti si chiama “Pull a pig”? Letteralmente, “inganna un maiale”.Le ragazze più fragili, magari le più grassottelle, vengono abbindolate e poi umiliate.È per loro che ho deciso di regalare questo libro.Questa nuova versione è modificata e tagliata in parte ma conserva tutti i dettagli putridi dell’obesità.E insomma, dopo ben quattro anni, ho dovuto rileggerlo.Sono cresciuta. Nel frattempo ho perso molti altri chili, alcuni li ho ripresi, poi li ho persi di nuovo, ho sempre i fianchi un po’ tanto larghi, sono sempre pigra in palestra. La notte sogno di risvegliarmi grassa. Non so se guarirò mai.Il punto è che ho deciso che non è la cosa più importante. Che la mia mente è più potente delle mie cosce, che tanto sottili non saranno mai.Con il tempo la qualità della mia scrittura si è modificata. È diventata molto più asciutta, morbidamente rassegnata, lucida, spinosa.Credo di aver scritto libri migliori, dietro ai quali c’è una editor esperta, pignola e zelante.Eppure, mentre rileggevo, ho avuto l’impressione che questa mia prima storia non invecchierà mai. Che sarà sempre la mia storia meglio scritta. E che questo personaggio, questa ragazzina senza nome, sia l’invenzione letteraria più profonda, intima e concava che sono mai riuscita a creare.Quando avevo sedici anni credevo di voler scrivere libri per la mia gloria. Adesso credo che non sia più così. Potrei anche non firmare col mio nome “Il verso della rana” e ne sarei orgogliosa e felice ugualmente. Perché è una storia forte che non ha bisogno del mio nome per ottemperare il suo compito e per spandere la sua potenza.A ventotto anni, in una fase incerta della mia vita in cui non so bene ancora chi sono e in quale casella sociale collocarmi, l’unica cosa che so è la stessa che sapevo a sei anni. Che continuerò a scrivere storie e non per la gloria, giammai per far soldi. Ma per il puro piacere di mettere insieme delle parole che prima non si conoscevano, di creare mondi inesplorati e personaggi che abbiano un’energia più splendente della mia mia e storie che non invecchieranno più. Come questa.Infine, in copertina c’è Anna. Che non sa cosa sia l’obesità perché è sempre stata magra.Ma Anna è la prima cosa bella che ho visto a Padova e merita la copertina della storia che amo di più.