La microrecensione di Astolfosullaluna – Novembre
La conoscenza e i suoi nemici
Conosco nulla, non ho competenza, per questo… parlo di tutto!
Il libro di Tom Nichols
Negli Stati Uniti c’è il culto dell’ignoranza, e c’è sempre stato. Le sollecitazioni dell’anti-intellettualismo sono un filo rosso che si snoda attraverso la nostra vita politica e culturale, nutrito dalla falsa convinzione che democrazia significhi che “la mia ignoranza vale quanto la tua conoscenza”.
ISAAC ASIMOV, cit. in testa all’Introduzione al libro
Tra i tre lettori di questa rubrica, alzi la mano chi non ha mai pensato, e realizzato, di sfidare l’esperto di turno sulle conoscenze sue proprie e i passi da fare per concretizzare ciò per cui l’ha chiamato o è costretto ad averci a che fare. Il Geometra o Ingegnere che ridisegna l’ambiente di casa, “Mastri” o “Maestri” acculturati dall’esperienza, Professionisti di ogni ambito, devono assecondare le nascoste bravure di chi li paga a fine lavoro. Tutte figure professionali che non pretendono neanche di discutere i diktat di quanti li ingaggiano: elettricisti, idraulici, falegnami, onesti artigiani, incolpevoli autori di scempi “anodizzati” che allietano la vista dei nostri paesaggi immortali…Forse –forse, pare ad Astolfo- godono di una qualche “venerazione” gli Architetti e le star dei fornelli, i tanti Masterchef che impazzano nelle tv e sui social, creando mode e costume. Due categorie, tre con gli Stilisti, con uno statuto non scritto di rispetto e ammirazione che non…ammette entrate a gamba tesa nell’opera loro; anzi: la firma degli stessi ci distingue e ci fa sentire parte del Wonderland tutto immagine e apparenza, proprio della nostra società senza áncore, liquida e scompostamente individualistica, ammiratrice del Forte perché ricco, del Potente perché nei cieli superiori senza regole. Un mondo immemore di diritti e partecipazione, stanco e disinteressato all’idea stessa, certo impegnativa, di Democrazia, a dispetto dei secoli, non dico da Atene, ma dalla presa della Bastiglia. Lì, a Parigi, era una classe a deviare la Storia. Morte le classi, dicono: ma non poi tanto vero, qui è un vociare di opinion leader, senz’arte ma molta parte, e di una nuova, strana, figura: l’influencer dal vuoto cosmico ma di molto esperta, con il sito, il blog, il o i bestseller, brava a gettare nello stagno verità a buon mercato, creare tendenze nell’ammirazione di quanti hanno avuto in odio scuola, studio e fatica sui libri, assicurandosi entrate miracolose! Intanto il fiore dei giovani migliori emigra, ha riconoscimenti e lavoro altrove, lontano.
L’andazzo demolitore del sapere certificato e del parere di chi ha titolo per esprimersi ha fatto in gran parte crollare anche il riconoscimento che fino a ieri c’era per medici e professori, maestri ed educatori in genere. Figure viste appena qualche decennio addietro come socratiche incarnazioni di conoscenze fuori mercato, interessate a nient’altro che alla salute del corpo e dell’anima delle persone, e per questo considerate diverse da altri professionisti anch’essi di spessore umanistico, ma costretti “dal mestiere” a schierarsi con o contro il cittadino/cliente: l’avvocato, lo stesso giudice, il “perito” di questo o di quel ramo, rispettati ma spesso accusati almeno di venalità, secondo gli esiti di cause e di confronti in tribunale. Oggi si assale, letteralmente, la maestra, la preside, il professore dei propri figli; si rigetta il parere del medico, di famiglia o specialista, maturato sui libri in anni, e molti, di studio e con l’esperienza. Gli si oppone quanto si è letto da qualche parte in qualche sito, sicuri di saperla più lunga. Certo, non mancano casi di medici e di insegnanti inadeguati o pericolosi, di maestre “impazzite” o educatori dai quali stare alla larga! Tuttavia sono casi singoli di gente squalificata proprio dalla mancanza di competenza e di umano sentire, in un insieme di professionisti irreprensibili, ma socialmente disconosciuti poiché mal pagati e tuttavia amati come “salvatori” nei tanti, troppi casi di contesti familiari e/o sociali difficili. Ecco: da non molti anni la fiducia e il rispetto sembrano esauriti, ridotti, scomparsi. Il rispetto è proporzionale al reddito esibito, in linea con lo spirito del nostro tempo. Facile pensare a sportivi fortunati e a divi e divette …
Non si tratta dei “frutti avvelenati del ‘68”, della fine di ogni autorità, a partire da quella paterna, come pensano sostenitori attardati della società patriarcale, laudatori di un passato in cui rispetto e riconoscimento pubblico nascevano solo dall’esperienza maturata con l’età! Chi avrebbe, appena ieri, messo in dubbio, la parola predittiva del nonno, del padre, del fratello maggiore, nel quasi silenzio di madri e donne di casa? La fine dell’autorevolezza del sapere è, invece, un fatto cresciuto anche, non solo, nelle pieghe della cultura digitale diffusa per ogni dove nei cinquant’anni di Internet, spinto al limite dalla capacità esplorativa di ciascuno con lo smartphone tra le mani, senza mediazione e autocontrollo e, soprattutto, conoscenze sufficienti a dominare il grande mare che lo strumento apre a chiunque lo maneggi. Un mutamento antropologico, spiegano da trent’anni gli studiosi. Il solo passaggio sul dorso di Google non rende sapienti ed indipendenti, però è vissuto come decisivo per ‘saltare’ studio, analisi e riflessione, la fatica di conoscenze metabolizzate. Nei casi migliori, serve a rigettare le competenze altrui, vedere complotti delle élites culturali, arrampicarsi su ardite ragnatele perché “l’esperto ci imbroglia e… bisogna pensarci da soli”, rifiutare giornali, libri, chiunque “si arroghi” il compito di informare ed istruire. Siamo ormai in compagnia di incattiviti solitari alla caccia di verità che si limitano al proprio Io. E l’istruzione, la salute, la complessità sociale e la politica, fino alla convivenza democratica … tutto avvolto nella nebbia dei giudizi soggettivi inappellabili…in conflitto con altri giudizi, quelli degli altri, formati col medesimo metodo.
Il libro di Tom Nichols, La conoscenza e i suoi nemici L’era dell’incompetenza e i rischi per la democrazia, analizza il grande tema del discredito della conoscenza nella società americana nell’epoca di Donald Trump. Lo studioso racconta la crisi della competenza e i possibili rischi che può comportare per la stessa Democrazia, proprio per la presunta rivalsa del cittadino medio contro l’esperto nel quadro confuso dell’ascesa dell’elettore a basso tasso di informazione, col trionfo di un Presidente che parla fidando sul luogo comune ed agisce sulle grandi questioni che gli competono di conseguenza. E governa il Paese che, fino a quando la Cina post post maoista non riuscirà a scalzarne il primato, resta la prima potenza del mondo, col finto Liberalismo che orienta il Mercato, il luogo delle opportunità per tutti, della famosa american way of life,… etc.
Un libro molto americano, nessun riferimento o passaggio sui nostri Classici sul tema Conoscenza, l’Etica aristotelica o gli altri Antichi, S. Tommaso o la bellezza sorprendentemente moderna di Spinoza, per dirne alcuni. Solo una serrata analisi della stampa, “cane da guardia della democrazia” dopo lo scandalo Watergate del 1972 che due anni dopo fece dimettere Nixon dalla Casa Bianca. E, di sfuggita, il padre delle libertà americane, Tocqueville, citato appena. In sei brevi capitoli e una conclusione, Nichols racconta come nel più potente Paese del mondo le cose siano precipitate fino al punto da determinare in ampi strati di popolazione il rifiuto di conoscenze scientifiche e la nascita di movimenti contro la medicina, i vaccini, le fake sull’Aids, e la comparsa di spiegatori…alcuni con un’istruzione, altri armati solo di un computer portatile o della tessera di una biblioteca…persone mediocri che credono di essere dei pozzi di scienza … Tuttologi improvvisati che annusano scenari complottisti, seminano sfiducia nella democrazia rappresentativa e, al momento opportuno, indirizzano malumori e risentimento nelle urne. Con esiti non auspicabili da nessuno, in questo momento storico di declino degli equilibri geo-politici novecenteschi e di riconosciuto smarrimento etico. Non senza ironia, l’autore sottolinea come l’onda d’ignoranza che avanza dappertutto, non solo in America, non sappia leggere la realtà, ami travestirla e complicarla, evitando il cd. rasoio di Occam, la tendenza a spiegare quanto accade nel modo più semplice, persino banale. E accetti una spiegazione solo se corrisponde a quanto già credeva, il cd. bias di conferma degli Psicologi ! Una patologia “anti-sistema” (!), comune a tutte le classi sociali, ma meglio espressa dalla famosa middle class, in grado ultimamente di imporre un’istruzione superiore “facile”, in Università pletoriche e squalificate nate per i movimenti d’opinione, pianta le tende sul web per succhiare conoscenze superficiali e contraddittorie, legge giornali popolari di dubbia, o pessima, qualità, segue in tv celebrità del Cinema divenute “esperte” un po’ di tutto. L’attrice Gwyneth Paltrow, ne è l’esempio più noto: capofila da decenni di queste “autorità mediatiche” senza alcun titolo, che parlano di salute femminile, di medicina spicciola, tutta “scienza” buona a formare casalinghe e donne in carriera persino sui delicatissimi percorsi terapeutici di casi oncologici. Mal informando, purtroppo, gente che difficilmente, poi, andrà dallo specialista, proprio come certi salotti tv nostrani assai seguiti! E via elencando l’intreccio nefasto tra rifiuto di ogni sapere vero e debolezze culturali e sociali oggi evidenti, fino ad una vera e propria spirale della morte – come dice Nichols- per la convivenza democratica, col rischio di esiti autoritari non esattamente desiderabili. Un allarme che ricorda il grido di Ortega y Gasset che, nel La ribellione delle masse, 1929, vedeva il crollo delle democrazie sotto l’avanzare dei totalitarismi. Oggi altro tipo di totalitarismo sembra delinearsi dalla fine della più bella facoltà umana, la Capacità di conoscere.
Alle conclusioni, il libro riporta un’affermazione paradossale, ma non troppo, dopo quanto ha documentato: Mi riservo il diritto di essere ignorante. E’ lo stile di vita occidentale. E’ una frase che J. Le Carrè faceva dire un po’ più di cinquant’anni fa all’ex agente segreto, malinconico protagonista di un suo fortunato romanzo giallo, poi film: potrebbe essere l’epitaffio al futuro che è già presente e ci aspetta.
T.Nichols, La conoscenza e i suoi nemici, LUISS 2018
astolfosullalun_2019@libero.it
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