Torregaveta, i resti della villa del console Servilio Vatia in degrado DA IL MATTINO
«Oh, Vatia, solo tu sai vivere!» ripetevano i contemporanei invidiando i piaceri che il nobile console romano, ritiratosi precocemente dagli affanni della vita politica, godeva nella sua raffinata villa sulla marina di Torregaveta nei Campi Felgrei. Ancora, la fastosa dimora, fu descritta da Seneca in una celebre epistola a Lucillo come “raggiante villa d’ozio”. Oggi purtroppo, alcuni resti di questa magnifica villa fatta costruire da Servilio Vatia nei pressi della marina di Torregaveta giacciono abbandonati a se stessi tra rifiuti e materiali diversi in un’area non recintata.Indagati e riportati in parte alla luce nel 2008, a seguito di una campagna di scavo condotta alla base della collina tufacea per la realizzazione di un parcheggio, i resti di mura e ambienti in opus reticolatum appena si individuano, al pari di un bunker della seconda guerra mondiale, anch’esso assediato da un deposito a cielo aperto. Altri ruderi, ubicati in un area poco distante nei pressi della foce romana, sono fagocitati da rovi e malerba.
Realizzata tra il II e il I secolo a.C., sulle sponde del lago Fusaro, la stupenda villa dell’abile uomo d’armi romano, fu costruita e arredata con raffinatezza, strategicamente concepita come una vera e propria fortezza autosufficiente.