Torregaveta.Questo pomeriggio abbiamo fotografato sul pontile di Torregaveta quella che potrebbe essere la responsabile del colore marrone del mare di questi giorni,quella che a prima vista sembrerebbe mucillagine,gia nei giorni scorsi quando il mare sembrava pulito qualche pescatore aveva avanzato l’ipotesi che a giorni quel grossa quantita’ di mucillagine vista a largo prima o poi sarebbe arrivata a riva. Naturalmente questa e’ solo un ipotesi ma per maggior informazioni abbiamo scaricato degli articoli in merito dal sito www.arpa.emr.it per capire meglio di che si tratta.
Si tratta di un fenomeno conosciuto da secoli, le testimonianze più antiche risalgono al 1729, altri casi, circa 15, sono stati segnalati nell´800 ed all´inizio del 900 (le segnalazioni riguardano sia pubblicazioni scientifiche che articoli di stampa e rapporti delle allora Autorità marittimo/portuali). In epoca recente il fenomeno è comparso in forma invasiva nel 1988, ´89, ´91, ´97, ´00, ´02 e ´04.
Chimicamente le mucillagini sono costituite da polisaccaridi complessi di origine biologica (Diatomee e Fitoflagellati sono tra i principali produttori di mucillagine). Il fenomeno è presente in molti altri mari (sia mediterranei che extra mediterranei) ed interessa sia le aree costiere che quelle corrispondenti al mare aperto, lontano da immissioni fluviali. Negli ultimi eventi il fenomeno si è manifestato inizialmente in Croazia ed ha interessato successivamente gran parte dell´Adriatico fino alla Puglia. Come si è già accennato, l´Adriatico presenta profondità non rilevanti nella sua parte centro – settentrionale, inoltre raggiunge temperature particolarmente alte nel periodo estivo. L´insieme di queste condizioni favorisce l´affioramento delle mucillagini verso la superficie. Per la diversa conformazione batimetria i casi di affioramento in altri mari italiani sono rari o del tutto sconosciuti (ad esempio medio e basso Tirreno). Sono stati riscontrati danni alle colonie di Gorgonie in Tirreno causati dal soffocamento dovuto all´impatto delle mucillagini trasportate dalle correnti.
Le cause generanti il fenomeno vanno ricercate nell´insieme di più fattori; molti di questi sono strettamente legati ai cambiamenti climatici in atto che, come è noto, stanno favorendo l´innalzamento delle temperature delle acque nei mari e negli oceani. Condizione che si riflette negativamente sulle dinamiche del sistema (correnti, moto ondoso, processi di dispersione e diluizione) con una accentuazione della stasi idrodinamica, del ristagno e con il conseguente accumulo di materiale mucillaginoso prodotto. La ricerca su questo fenomeno ha visto la realizzazione di un importante progetto quadriennale (1999 – 2003) finanziato dal Ministero dell´Ambiente e coordinato dell´Istituto Centrale per la Ricerca Applicata al Mare.
Viste le caratteristiche del fenomeno e le sue strette correlazioni con il clima e le sue manifestazioni, appare evidente la difficoltà di contrastare il fenomeno con interventi su scala locale.
Da un po´ di anni il fenomeno delle mucillagini viene monitorato da alcune Agenzie Regionali per l´Ambiente e da alcuni Istituti di Ricerca mediante telecamere subacquee filoguidate o mediante immersione in acqua di operatori subacquei.
La finalità di tale attività è di segnalare l´eventuale presenza del fenomeno, di verificare la distribuzione spaziale e di seguire la dinamica di formazione ed aggregazione.Fonte www.arpa.emr.it
La comparsa delle masse mucillaginose in superficie, che è regolata da diversi fattori fisici, è quindi la manifestazione agli occhi di tutti di un processo già in formazione da mesi. Gli affioramenti presentano una distribuzione spaziale non omogenea e sono soggetti nel corso della giornata a variazioni dimensionali ed a spostamenti in funzione dei venti e delle correnti; ad esempio, quando vi è predominanza di venti che spirano verso costa, vengono sospinti ed ammassati verso riva, a ridosso dei porti e delle barriere frangiflutto. Una parte del materiale si deposita a livello dei fondali.
La disgregazione e la scomparsa del fenomeno è legata principalmente all’instaurarsi di mareggiate di discreta energia.
Conseguenze |
Le mucillagini non sono di per sé dannose, essendo costituite da polisaccaridi. Il materiale di natura gelatinosa flottando può imbrigliare le particelle in sospensione. Non sono pervenute segnalazioni di danni alla salute da parte di bagnanti o pescatori, che hanno avuto contatto diretto con la mucillagine. La presenza nella colonna d’acqua di discrete quantità di materiale può creare problemi nel comparto della pesca, soprattutto per quella effettuata con reti da posta, per il conseguente intasamento delle reti.
La decomposizione di massicce quantità di materiale determina grossi problemi agli organismi bentonici, soprattutto quelli fissi o poco mobili nei quali può provocare la morte per soffocamento meccanico a livello delle branchie, oltre a ripercussioni sulle uova e sulle forme larvali.
Ipotesi sull’origine della mucillagine |
Si è finora constatato che uno squilibrio del rapporto azoto e fosforo può indurre nelle microalghe una escrezione di mucopolisaccaridi. Altri motivi e le dinamiche di aggregazione sono tuttora oggetto di studio.
Affinché lo stato attuale della comprensione del fenomeno possa progredire, il Ministero Ambiente ha attivato dal 1999 un progetto quadriennale di ricerca applicata, coordinata dall’ICRAM, finalizzato alla comprensione dei meccanismi di produzione delle mucillagini, in cui saranno impegnati diversi Centri ed Istituti di Ricerca.Fonte http://www.arpa.emr.it