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Aggiornamento Campi Flegrei: rallenta il sollevamento, proseguono gli sgomberi, pronti i treni per eventuale evacuazione


Dopo le forti scosse della settimana scorsa, gli esperti registrano un rallentamento nel sollevamento del suolo nell’area dei Campi Flegrei. L’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, nel bollettino diffuso il 25 marzo, riferisce che la velocità di deformazione del suolo è diminuita successivamente ai due sismi maggiori (magnitudo 4.6 e 3.9) avvenuti il 13 e 15 marzo scorsi . In particolare, il tasso di innalzamento al Rione Terra di Pozzuoli, zona di massima deformazione, era salito fino a circa 3 centimetri al mese dopo lo sciame di metà febbraio, ma ora risulta in decelerazione . Complessivamente il suolo si è sollevato di circa 24 cm da gennaio 2024 ad oggi .

Anche l’attività sismica riflette questa fase più tranquilla: nella settimana dal 17 al 23 marzo sono stati rilevati 42 piccoli terremoti, con magnitudo massima 1.7 . Gli esperti sottolineano che non emergono segnali di evoluzioni significative a breve termine, indicando una situazione al momento stabile . Le autorità scientifiche e di protezione civile mantengono un monitoraggio costante del vulcano ed evidenziano che al momento “non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni a breve termine” . La situazione viene quindi definita sotto controllo, pur rimanendo alta l’attenzione sulle dinamiche del bradisismo.

Intanto proseguono gli sgomberi precauzionali di edifici lesionati dal recente sciame sismico. Negli ultimi giorni i Vigili del Fuoco, durante le verifiche statiche sul territorio, hanno disposto l’evacuazione di ulteriori stabili a rischio. Nella giornata di martedì 25 marzo, ad esempio, un intero palazzo è stato sgomberato in via Lucio Silla nel quartiere di Bagnoli, una delle zone più colpite dal terremoto del 13 marzo . In quell’edificio sono state riscontrate lesioni ai muri portanti, portando le autorità a trasferire in via cautelativa 14 nuclei familiari (28 persone) .

Il provvedimento si aggiunge agli sgomberi già effettuati nelle scorse settimane tra i quartieri di Bagnoli e Fuorigrotta e in alcuni comuni flegrei limitrofi. Secondo gli ultimi dati forniti dal Comune di Napoli, 299 persone avevano dovuto lasciare le proprie abitazioni nei giorni successivi alla scossa principale, nei soli quartieri di Bagnoli e Fuorigrotta . Con l’evacuazione del palazzo di via Silla, il totale sale a 327 sfollati nel capoluogo partenopeo .

Anche nella zona Flegrea si registrano evacuazioni: dall’inizio dell’attuale crisi sismica (13 marzo) sono state emesse 34 ordinanze di sgombero nell’intera area flegrea, coinvolgendo 161 famiglie per un totale di 382 persone . Questi provvedimenti hanno interessato, oltre ai quartieri napoletani già citati, alcuni edifici nei comuni di Pozzuoli e Bacoli, dove si sono riscontrati danni strutturali legati al bradisismo. Circa 50 sfollati sono ospitati in alberghi locali convenzionati, mentre la maggior parte ha trovato soluzioni autonome presso parenti o seconde case . Restano inoltre attivi i punti di accoglienza allestiti nei giorni scorsi: a Bagnoli (hub di via Acate), a Monterusciello nel comune di Pozzuoli (Palatrincone) e a Bacoli (Viale Olimpico), che complessivamente ospitano poche decine di persone ogni notte .

Le autorità cittadine e la Protezione Civile sottolineano che l’assistenza alla popolazione colpita prosegue senza sosta: il Centro Coordinamento Soccorsi in Prefettura, presieduto dal prefetto di Napoli Michele di Bari, si riunisce con cadenza continua per coordinare le attività sul territorio . In tali riunioni, cui partecipano i sindaci dell’area, la Protezione Civile regionale, Vigili del Fuoco e Osservatorio Vesuviano, viene fatto il punto su sopralluoghi, ripristino dei servizi essenziali e supporto agli sfollati. Ad oggi i Vigili del Fuoco hanno già completato oltre 800 verifiche su edifici e continuano nel recupero dei beni dalle abitazioni dichiarate inagibili . Le istituzioni locali ribadiscono che ogni misura adottata è a scopo precauzionale, per garantire la sicurezza dei cittadini nell’attesa che rientri la fase di maggiore stress sismico.

Sul fronte della preparazione logistica, le autorità rassicurano che esistono piani dettagliati per fronteggiare anche eventuali scenari peggiori, sebbene al momento non vi sia alcuna evacuazione generale in atto né pianificata . “Non è prevista un’evacuazione ora”, ha ribadito nei giorni scorsi il capo del Dipartimento nazionale di Protezione Civile Fabio Ciciliano, chiarendo che tale misura scatterebbe solo in caso di allarme vulcanico vero e proprio . L’attuale livello di allerta resta infatti quello giallo (attenzione), e l’eventuale evacuazione preventiva di massa rientrerebbe nel piano di emergenza per uno scenario eruttivo, al momento non ipotizzato dagli esperti .

Ma la macchina organizzativa è stata potenziata e tenuta in pronta disponibilità. Proprio ieri, 25 marzo, è stato firmato a Roma un nuovo protocollo d’intesa tra il Dipartimento Protezione Civile e il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, volto a consolidare la collaborazione nella gestione delle emergenze . In caso di necessità, le Ferrovie dello Stato garantiranno convogli speciali per agevolare lo spostamento rapido della popolazione. Del resto, il piano nazionale di protezione civile per rischio vulcanico flegreo prevede già da tempo la possibile evacuazione di circa 500 mila residenti dalla zona rossa entro 72 ore, utilizzando tutti i mezzi di trasporto disponibili in coordinamento: pullman, treni e navi, a seconda delle destinazioni previste dai gemellaggi interregionali . In caso di livello di allarme (scenario di eruzione), i cittadini verrebbero accompagnati dalle aree di attesa locali fino ai punti di incontro fuori dalla zona a rischio, da cui partirebbero treni e autobus verso le aree di accoglienza sicure predisposte in altre regioni . Le esercitazioni svolte negli anni scorsi (come il programma Exe Flegrei) hanno permesso di collaudare queste procedure.

Le autorità tengono a sottolineare che tali piani di evacuazione sono misure di pura precauzione e che al momento non vi sono segnali di un’eruzione imminente . La situazione viene seguita 24 ore su 24: l’Osservatorio Vesuviano e la Protezione Civile monitorano costantemente l’evoluzione del bradisismo e la stabilità del suolo, pronti ad attivare ulteriori misure solo se strettamente necessario. “La sicurezza dei cittadini viene prima di ogni cosa”, ribadiscono gli enti locali e nazionali, invitando la popolazione a mantenere la calma e a seguire esclusivamente le indicazioni ufficiali. Ad oggi, grazie all’intenso controllo del territorio e alla preparazione dei piani d’emergenza, la situazione ai Campi Flegrei resta sotto controllo e non desta allarme immediato, pur continuando a richiedere prudenza e collaborazione da parte di tutti. 

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