Un nuovo studio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) getta nuova luce sui fenomeni dei Campi Flegrei, evidenziando una stretta connessione tra il sollevamento del suolo e l’attività sismica. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, offre spunti preziosi per comprendere l’evoluzione di questo nostro supervulcano, tra i più monitorati al mondo.
I ricercatori hanno analizzato oltre 20 anni di dati geofisici, dal 2000 al 2023, rivelando un legame esponenziale tra il sollevamento della caldera ed il numero di terremoti registrati. Augusto Neri, coordinatore della ricerca, spiega che questa relazione è diversa da quella lineare osservata in passato e si è intensificata a partire dal 2020.
Un dato particolarmente interessante emerge dall’analisi: la velocità di sollevamento del suolo segue un andamento parabolico, con un’accelerazione media di 0,7-0,8 centimetri all’anno. Più il suolo si solleva, maggiore diventa la probabilità di terremoti nei mesi successivi.
Lo studio sottolinea un aspetto cruciale: adeguare gli edifici alle normative antisismiche potrebbe ridurre i rischi di oltre il 70%. Un intervento che diventa quanto mai necessario considerando le possibili evoluzioni del fenomeno.
Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, fornisce ulteriori dettagli sulla situazione attuale. Pur evidenziando una fase di rallentamento, avverte che il processo non è affatto terminato. I dati mostrano un sollevamento totale di 135,5 cm dal 2005, con 17,5 cm registrati solo quest’anno.
“I flussi di gas e le temperature sono ancora molto alti“, spiega Di Vito. “Siamo passati da circa mille tonnellate di anidride carbonica al giorno nel 2005 a quattro-cinquemila tonnellate oggi. L’energia del sistema non accenna a diminuire“.
I ricercatori precisano che si tratta di uno scenario possibile ma non certo. Flora Giudicepietro, coautrice dello studio, sottolinea che è altrettanto probabile che il processo di sollevamento si attenui, comportando una riduzione dell’attività sismica.
Un fatto è certo: i Campi Flegrei continuano ad essere un laboratorio naturale unico, che richiede osservazione costante e preparazione.