Monsignor Carlo Villano, Vescovo di Pozzuoli e Ischia, ha scritto una lettera per il nuovo Anno Liturgico e l’Anno Giubilare.
Il suo messaggio? “Tornare a credere nella speranza”. Quella vera. Quella che ci aiuta a superare le difficoltà quotidiane e a costruire un futuro migliore.
La lettera, dal titolo “Aprire la porta alla speranza“, ci guida attraverso riflessioni sulla fede, la solidarietà e l’impegno concreto.
La speranza è come una porta. Una volta aperta, fa entrare luce e fiducia. Monsignor Villano, ispirandosi a Papa Francesco, ci invita a superare diffidenze e divisioni. Viviamo in un mondo pieno di incertezze, ma Cristo resta una certezza incrollabile. L’apertura della Porta Santa del Giubileo è un gesto simbolico, un invito a lasciar entrare la fede nella nostra vita.
Una Chiesa viva sa parlare con gioia e creatività. Il vescovo ci sprona a trovare nuovi modi per incontrarci e condividere il messaggio del Vangelo. Questo significa formare persone pronte a mettersi in gioco e trasformare le nostre comunità in luoghi accoglienti, dove ogni persona può riscoprire la speranza.
I giovani sono le “sentinelle del mattino”. Monsignor Villano ci chiede di dare loro spazio, ascoltarli, coinvolgerli. Anche le famiglie hanno un ruolo centrale: sono il cuore della comunità, quel “grembo di speranza” che ci sostiene nelle gioie e nelle sfide quotidiane.
La speranza si coltiva con gesti concreti. L’amore gratuito, quello che si dona senza aspettarsi nulla, è il vero seme della speranza. Il vescovo celebra le iniziative solidali della diocesi, come il Centro Papa Francesco e le attività della Caritas, e ci invita a fare ancora di più. Perché? Perché insieme possiamo moltiplicare il bene.
La liturgia non è solo un rito. È un incontro con la speranza. Monsignor Villano ci invita a curare ogni celebrazione, per renderla viva, gioiosa, capace di toccare il cuore di chi partecipa.
Alla fine, il messaggio è chiaro: siamo tutti “pellegrini di speranza”. Camminiamo insieme verso Cristo, costruendo una comunità più aperta, più solidale, più unita. E con l’aiuto di Maria, Madre della Speranza, viviamo questo Anno Giubilare come un’occasione per ritrovare noi stessi e gli altri.