Oggi è scomparso Gino Sovente, fratello del poeta Michele. Per noi tutti, Gino è stato un simpatico amico fraterno di tante avventure teatrali. Un brillante ed esilarante interprete amatoriale, dotato di una discreta mimica. Un protagonista spontaneo, a volte naif, della micro-storia delle compagnie flegree. Ha iniziato da adolescente a cavallo degli anni 60/70 la sua esperienza nel panorama delle filodrammatiche montesi, che avevano nel Cine-teatro il Faro il loro palcoscenico. Farse, commedie e sceneggiate napoletane. In seguito dal 1998 in coppia perfettamente con Ciro Morra, un duo umoristico, che ha regalato per anni tanto divertimento e comicità agli spettatori. L’incontro tra i due, avvenne, grazie al professore Mauro Agostino, nell’ambito delle iniziative politiche e culturali della sezione di Rifondazione Comunista di Cappella. (ex Pci- Fratelli Cervi). Il gruppo inizialmente si chiamava Hiskra (in russo scintilla) come il giornale di Lenin. In seguito la compagnia si tramutò in La Scintilla. Gruppo voluto anche dai fratelli Visconti (Michele ed Alfredo) e dai giovanissimi Gennaro Di Colandrea, Alessandro Guida e Geremia Longobardo (oggi attore nella compagnia di Vincenzo Salemme). Con questo “team” recitò in vari spettacoli (“L’Incanto delle Onde”, “Canti strani, ieri” “Scoop attore “di F. Napolitano, Pappagone e “Miseria bella” di Peppino de Filippo, “Che fa fa ‘a famme” di Gianni Race). Partecipò anche ad altri spettacoli con altre compagnie. Il suo cavallo di battaglia però fu l’interpretazione del personaggio “Nicola Belfiore” concertista, nella elaborazione e messa in scena di “Don Raffaele, detto il Trombone “di Peppino De Filippo. Lo spettacolo si chiamò “Il trombone” La prima fu al teatrino della Paolo di Tarso (1999). Nel corso degli anni fu rappresentato per oltre 15 anni tante volte nella zona flegrea (oltre 30) e anche in mezzo al mare di Baia sul Cymba. E poi a Napoli (nella famosa Notte Bianca) e fu portata in varie rassegne e cartelloni a Riccione, Ravenna Cesenatico, Genzano, Castel Gandolfo; Albano, Nemi, San Giorgio a Cremano, Velletri., Valdagno, Vicenza. Nella sua vita Gino fece molti mestieri, fra gli altri il “piastrellista” il muratore, l’addetto alle cucine. La sua passione per il teatro è stata infinita. Suo fratello Michele, ritrovava in Gino, quella istintività ed impulsività, tipica della cultura popolare e delle maschere, che si tramutava in maniera semplice in un animo poetico da folletto. A nome della Scintilla di Bacoli, dei suoi amici della Casa della Cultura e dei suoi compagni di viaggio recitativo, esprimiamo le più sentite condoglianze al figlio Marco, alla nuora e ai suoi nipoti. Ciao Gino.
A cura di Franco Napolitano
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