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Allarme Mediterraneo: nuove proiezioni sull’innalzamento del mare

Mentre il 2023 giunge oramai al termine, c’è da segnalare un altro argomento di grande importanza: l’innalzamento del livello del mare nel Mediterraneo. Uno studio recente condotto da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e del Radboud Radio Lab del Dipartimento di Astrofisica dell’Università di Radboud (Olanda), ha esaminato le proiezioni di questo fenomeno fino al 2150 lungo le coste del Mediterraneo settentrionale.

Una novità significativa di questo studio è l’analisi dei movimenti verticali della terra (VLM), osservati attraverso i dati GNSS (sistemi globali di navigazione satellitare). Questi movimenti includono fenomeni come la tettonica, che possono influenzare significativamente l’innalzamento del livello del mare.

I risultati sono preoccupanti: le proiezioni precedenti, che non consideravano questi effetti locali, hanno sottostimato l’aumento previsto del livello del mare. Lo studio evidenzia che circa 19.000 km² delle coste mediterranee saranno più esposte al rischio di inondazione nei prossimi decenni. Ciò implica che le zone costiere, già vulnerabili, potrebbero affrontare sfide ancora maggiori, tra cui l’impatto sulle attività umane, l’ambiente e le infrastrutture.

In pratica il livello del mare sta salendo a velocità tripla in alcune zone del mediterraneo. In Italia, le aree costiere maggiormente esposte includono Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e la parte settentrionale della Puglia lungo la costa adriatica, nonché le coste di Toscana, Lazio e alcune zone della Sardegna sul lato tirrenico.

Questi risultati sottolineano l’importanza di azioni concrete per supportare le popolazioni vulnerabili e prepararsi adeguatamente a questi cambiamenti. È un campanello d’allarme che ci invita a riflettere su come possiamo, insieme, affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici e proteggere il nostro prezioso ecosistema mediterraneo.

La subsidenza, cioè il lento movimento verso il basso del suolo dovuto a cause naturali o antropiche, ha un ruolo cruciale nell’accelerare l’aumento del livello del mare lungo le coste, innescato dal riscaldamento globale a partire dal 1880“, spiega Marco Anzidei, ricercatore dell’INGV e co-autore dello studio.

Le nostre analisi mostrano che, proprio a causa della subsidenza, in alcune zone del Mediterraneo il livello del mare sta aumentando a una velocità quasi tripla rispetto alle zone stabili“, aggiunge Antonio Vecchio, ricercatore della Radboud Universiteit Nijmegen e primo autore dello studio.

L’articolo completo può essere trovato nella rivista Sea level rise projections up to 2150 in the northern Mediterranean coasts.

 

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