Il Venerdì Santo, noto anche come il “Giorno della Passione”, è uno dei giorni più importanti della Settimana Santa per i cristiani. In questa giornata, la Chiesa ricorda la morte di Gesù Cristo sulla croce, il momento in cui il Figlio di Dio ha sacrificato la sua vita per la salvezza dell’umanità.
Il Venerdì Santo rappresenta il culmine della passione di Cristo, e la sua morte è stata considerata come la massima espressione dell’amore di Dio per l’umanità. Il sacrificio di Cristo ha infatti permesso la riconciliazione tra Dio e l’umanità, aprendo le porte alla salvezza e alla vita eterna per tutti i credenti.
La celebrazione del Venerdì Santo è caratterizzata dalla Via Crucis, un percorso che ripercorre i momenti della passione di Cristo dalla sua condanna alla morte fino alla sepoltura. La celebrazione comprende anche la lettura del Vangelo della Passione e la preghiera del Credo.
In questo giorno si celebra il rito religioso della processione della Via Crucis che ha origini molto antiche ed è legato alla città di Gerusalemme, dove Gesù ha percorso la strada che lo ha portato alla crocifissione sul monte Calvario.
La Via Crucis significa letteralmente “via della croce” e consiste nel ripercorrere, con la preghiera e la meditazione, le quattordici stazioni che rappresentano le tappe della passione e della morte di Gesù. Queste stazioni sono:
1. Gesù è condannato a morte da Ponzio Pilato
2. Gesù prende la croce sulle spalle
3. Gesù cade per la prima volta sotto il peso della croce
4. Gesù incontra sua madre Maria
5. Simone di Cirene aiuta Gesù a portare la croce
6. Veronica asciuga il volto di Gesù
7. Gesù cade per la seconda volta
8. Gesù incontra le donne di Gerusalemme che piangono per lui
9. Gesù cade per la terza volta
10. Gesù è spogliato delle sue vesti
11. Gesù è inchiodato alla croce
12. Gesù muore sulla croce
13. Gesù è deposto dalla croce e affidato a sua madre
14. Gesù è sepolto nel sepolcro
La tradizione di seguire il cammino di Gesù a Gerusalemme risale almeno al IV secolo, quando i primi pellegrini cristiani si recavano nei luoghi santi della passione. In particolare, i francescani, che dal 1342 hanno la custodia dei luoghi santi, hanno contribuito a diffondere questa devozione in tutto il mondo.
Ma non tutti potevano permettersi di andare in Terra Santa e così si cominciò a riprodurre le stazioni della Via Crucis nelle chiese e nei conventi, per permettere ai fedeli di vivere spiritualmente il mistero della croce di Cristo.
Uno dei maggiori promotori di questa pratica fu san Leonardo da Porto Maurizio (1676-1751), un frate minore che scrisse delle meditazioni per ogni stazione e che ne istituì molte in Italia e in Europa.
Oggi la Via Crucis è una delle devozioni più popolari e sentite dai cristiani, soprattutto nel tempo di Quaresima e nella Settimana Santa.
Anche il papa presiede ogni anno la Via Crucis presso il Colosseo, uno dei simboli di Roma e del martirio dei primi cristiani. In questa occasione, le meditazioni delle stazioni sono affidate a persone o gruppi diversi ogni anno, che offrono il loro punto di vista e la loro testimonianza sulla croce di Cristo.
La Via Crucis non è solo una commemorazione storica o una manifestazione folkloristica, ma è un modo per entrare in comunione con Gesù, che ha dato la sua vita per noi e che ci chiama a seguirlo sulla via dell’amore e del servizio.
La Via Crucis non finisce con la morte di Gesù, ma si apre alla speranza della sua risurrezione, che celebriamo nella notte di Pasqua. La Via Crucis è quindi anche una Via Lucis, una via di luce che ci conduce alla gioia pasquale.
Il Venerdì Santo è quindi un giorno di lutto, di riflessione e di meditazione sulla morte di Cristo e sul suo significato per la fede cristiana. Esso rappresenta anche un momento di speranza, in quanto la morte di Cristo è stata seguita dalla sua risurrezione, che rappresenta la vittoria sulla morte e sulla peccaminosità umana, e l’apertura di un nuovo cammino di salvezza e di vita eterna.