In occasione dei 116 anni di autonomia del comune di Monte di Procida, ho il piacere di pubblicare questa straordinaria immagine di piazza XXVII Gennaio risalente agli anni 20 del 1900.
Dalla direzione e dall’estensione delle ombre e dall’abbigliamento dei montesi presenti, si intuisce che molto probabilmente venne scattata durante una mattina di primavera o d’autunno di un giorno festivo.
In basso a sinistra (1) è ben riconoscibile il supporto in ferro battuto e la lanterna dell’impianto a petrolio dell’illuminazione pubblica; queste venivano accese a mano poco prima dell’imbrunire, rimanendo poi ardenti fino all’alba. Vi era un dipendente comunale addetto all’accensione e spegnimento di queste lanterne che girava per il paese con un bastone ed una scala per raggiungere i lampioni più alti, aggiungere il petrolio se necessario ed accendere lo stoppino all’interno della lanterna, schermata da un cilindro di vetro per evitare lo spegnimento accidentale causato dal vento. Questa lanterna era attaccata al famoso palazzo della famiglia di don Gennaro Romeo, il cui primo piano, negli anni 30, divenne “Casa del Fascio”, ossia sede locale del Partito Nazionale Fascista; venne poi abbattuto verso la fine degli anni 60 perché pericolante ed anche per offrire più spazio alla piazza, sempre più centro nevralgico del paese.
Più avanti (2) è visibile la parete dell’immobile dell’attuale bar della piazza; a quel tempo non erano ancora presenti le porte, finestre e balconi che affacciano su piazza XXVII Gennaio per cui la facciata appare grezza e piatta.
Il pezzo forte di questa immagine, dal punto di vista storico, è senza dubbio la presenza del vecchio campanile (3) della chiesa di Maria SS. Assunta in Cielo. Fino alla fine degli anni 20 del 1900, il campanile era ubicato sul fianco destro della chiesa, rispetto all’ingresso principale, cioè dal lato di via Diaz (sott’u ponte), poi per problemi di sicurezza venne realizzato un secondo campanile sulla sinistra, ossia dal lato di via Vincenzo Scotto, oggi via Valentino Schiano. C’è stato un periodo, proprio tra la fine degli anni 20 e gli inizi degli anni 30, in cui i due campanili hanno convissuto, fino allo spostamento completo delle campane. La parte alta del vecchio campanile, in parte visibile in questa eccezionale fotografia, venne quindi demolita.
Sporgente dal tetto della chiesa, appare ben visibile un comignolo in pietra (4) che faceva da fumaiolo e testimonia la presenza di un’antica cucina a legna esistente fino a qualche decennio fa negli alloggi parrocchiali della chiesa. La cosa straordinaria è che questo comignolo esiste ancora oggi ed è rimasto pressoché intatto da cento anni …vi invito ad alzare lo sguardo la prossima volta che attraversate la piazza.
La parete nord della chiesa (5) è sicuramente quella che oggi vediamo meno per la presenza di un nuovo piano ed una terrazza realizzati sull’unico piano già esistente e visibile ai tempi di questa foto. Proprio ai piedi di questo piano, all’inizio dell’attuale c.so Umberto, si scorge una struttura di pali in legno (6) che molto probabilmente veniva utilizzata per appenderci prodotti alimentari destinati alla vendita, considerando che difficilmente poteva avere una funzione ombreggiante visto che in quel punto il sole non batte quasi mai. Sembra che lì vi fosse una macelleria o meglio una beccheria, come si usava dire un tempo.
E chissà di cosa discutevano quei nostri antenati presenti in piazza, sicuramente non di calcio, serie tv o social network, ma sembrano sereni ed in completa armonia a godersi insieme una piacevole giornata di festa.
— made with <3
Pasquale Mancino