Cristiana Dell’Anna: Una donna in cammino
Ti guardo, ci parli con il tuo tono pacato, ma con grande entusiasmo; della tua vita, dei tuoi sacrifici, degli ostacoli che hai incontrato per la via. Volevi dedicarti all’arte fin da bambina.
Ti affascinavano le storie che leggevi nei primi libri, e “Quell’uomo che piantava alberi” poi, immaginavi di essere lì con lui, perché avevi la dote dell’empatia e sin da allora ogni vita letta era la tua. Sei cresciuta in una famiglia borghese della provincia di Napoli, per te un destino già segnato da loro, ti volevano medico o ingegnere perché così vuole l’appartenenza a uno status, nella provincia di Napoli.
Il tuo sogno, deriso a volte, solo un sogno di bambina che ama leggere molto. Tu però continuavi a divorare ogni libro e così hai incontrato Shakespeare, letto in lingua madre, per sottrarti alla lingua della “Città dei sangui”. Poi Shakespeare ti insegnava il teatro moderno. La sua storia ti faceva sognare di diventare anche tu come lui un giorno. Ci fu l’incontro con Moni Ovadia nella tua pubertà e lì la folgorazione. Davanti a Oylem Goylem, un’opera recitata in lingue diverse, comprendesti che ci potevano essere varie te dentro di te, bastava tirarle fuori.
E così decidesti: “Ecco cosa farò da grande!” Partisti per Londra per imparare l’arte della recitazione nonostante i tuoi genitori non approvassero e non ti sostenessero. Non importa, avresti fatto a meno di loro. Ti ascolto e mi sembra di rivedermi, anche io sono partita a 18 anni da Napoli ma non per l’estero, ho cambiato regione per inseguire il mio sogno. Che cos’è che spinge una ragazza, figlia di famiglia borghese a lasciare la sua terra?
Eppure Napoli e la sua Provincia sono piene di artisti di ogni genere, è un fermento continuo, lo è da moltissimi anni, però … Però … se sei una giovane donna pensante, indipendente e autonoma, che crede in se stessa, determinata, che non ha voglia di appoggiarsi a un uomo per fare carriera, che non ha voglia di portarsi a letto l’impresario di turno per avere la particina qui o là, allora no, non vai bene … e ti giudicano.
Ti chiamano egoista, presuntuosa, saccente, e aspettano una tua caduta per piegarti o spezzarti, e se poi sei bella, e tu lo sei, nella forma e nella sostanza, è ancora peggio. “Sono nata con un difetto di fabbricazione” ci dici, sorridendo, e ti riferisci alla tua infanzia e adolescenza solitaria, mi rivedo … Anche io trovavo i miei amici nei libri, perché non capivo le mie coetanee.
Non le capivo, soffrivo, e così ho sviluppato la filosofia, perché chi ha un cuore puro non diventa malvagio nemmeno davanti alla sofferenza.
Ho capito perché hai interpretato quei ruoli femminili così lontani dalla tua realtà.
Il tuo urlo nei confronti di una cultura, che ingabbia le vite di ognuno. E Patrizia di Gomorra – la serie-ti ha ridato la tua rabbia, e la tua ferocia, la tua ombra, perché poi non c’è molta differenza tra chi viene immolato a un destino di camorra dalla propria famiglia di origine e chi invece lo è da una famiglia borghese. “Ogni uomo uccide ciò che ama” – scriveva Oscar Wilde e questa cultura uccide i suoi figli migliori, spegnendone l’autenticità e la spontaneità.
Ti voglio bene, sapere che esisti mi consola, mi hai fatto rivivere un sogno, ripercorrere la metà di una vita, la mia.
Allora mi ritorna la domanda: “Chissà cosa spinge una giovane donna a cambiare realtà per inseguire un sogno? E la risposta che mi arriva è la parola libertà!
Racconto di Assunta Esposito
Cristiana Dell’Anna è un’attrice di origine napoletana, della provincia di Napoli, emigrata a Londra per apprendere le tecniche più moderne della scuola di recitazione, delle numerose interpretazioni che ha fatto e l’hanno resa popolare ricordiamo:
L’esordio in Un posto al sole, in cui interpretava le sorelle Cirillo.
Ha proseguito con Gomorra – la serie – in cui ha interpretato Patrizia.
Ha avuto un ruolo di attrice non protagonista in E’ stata la mano di Dio di P. Sorrentino.
Ha avuto un ruolo di attrice non protagonista nel film di M. Martone Qui rido io – e ha avuto la nomination all’Oscar.