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RETI DIVELTE AL VEZZUTO-MARASCO: UN PERICOLO PER I RAGAZZI COMPLETAMENTE IGNORATO DA UN’AMMINISTRAZIONE SEMPRE PIU’ INERTE

Campo Sportivo “Vezzuto – Marasco”: dopo il degrado e l’abbandono dobbiamo registrare una situazione molto pericolosa che perdura da settimane nell’indifferenza totale di chi gestisce la struttura e dell’Amministrazione che dovrebbe controllare.

Le reti di recinzione sono divelte in molti punti e costituiscono un grave pericolo per i ragazzi che si allenano.

Come si vede da queste foto, inviateci da alcuni cittadini, si tratta di recinzioni che delimitano il campo sportivo dalle strade e dalle proprietà sottostanti, spesso con sbalzi di 3 – 4 metri.

Ma nessuno sembra interessarsi del pericolo.

Ormai siamo sommersi dai proclami ogni giorno, ma nel frattempo i cittadini sono costretti a vivere l’inesorabile declino del nostro Paese:

  • il Parco del Benessere chiuso e ridotto ad una discarica;
  • Laboratorio delle Arti in condizioni pietose;
  • Palestra Aldo Romeo da poco “ristrutturata” e col parquet già saltato;
  • PalaPippo e Vezzuto-Marasco non ne parliamo.

L’Amministrazione evidentemente è troppo impegnata a festeggiare la “sudatissima” nomina a Comune Europeo dello Sport 2023 per preoccuparsi di rendere perlomeno decenti le strutture sportive montesi.

E pensare che per promuovere questa candidatura il nostro Comune ha speso quasi 50 mila euro.

Soldi spesi per  promuovere una nomina che in realtà era già assicurata dal regolamento ACES, visto che, come avevamo già anticipato, sono stati nominati “Comune Europeo dello Sport 2023” tutti gli 8 Comuni candidati (Marcon, Cardano al Campo, Ventimiglia, Codogno, Crescentino, Motta di Livenza, Castano Primo, Monte di Procida).

Sembra di sentire la musichetta della pubblicità del Gratta e Vinci…

Tra poco il Giro d’Italia sarà l’occasione per vedere finalmente un po’ di asfalto sulle nostre disatratissime strade: il Sindaco lo ha già preannunciato nella ormai solita telefonata di propaganda (che, per la cronaca, ci costa decine di migliaia di euro l’anno).

Ma allora perché fino ad oggi non sono state sistemate? Perché condannarci per anni a percorrere dei veri e propri campi minati quando si poteva intervenire in meno di un mese?

Mistero.

Ma è veramente questa la Monte di Procida che vogliamo?

 

Onda Civica

 

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