Di Assunta Esposito – L’ultimo uomo che dipinse il cinema ‘Un viaggio nel cinema con le opere di Renato Casaro’.
Un viaggio nel cinema dagli anni 60 ai novanta è quello che Walter Bencini (produttore e regista di film documentari per la sua casa di produzione l’Insekt film), ci costringe a fare con il meraviglioso documentario “L’Ultimo uomo che dipinse il cinema”, sulla vita e le opere di Renato Casaro.
Renato Casaro, il trevigiano che, con la sua arte pittorica e dell’illustrazione, ha prodotto i Manifesti del cinema italiano e americano, dai colossal a quelli più effimeri.
Il film con la narrazione dello stesso Renato Casaro, ma anche di registi e produttori che l’hanno conosciuto e con cui ha collaborato, ci conduce a comprendere l’arte dell’illustrazione applicata a quella cinematografica. Nato in quanto artista e autore di manifesti negli anni 60, le testimonianze consentono di comprendere tutto il mondo del lavoro che si sviluppò in quel periodo a Roma grazie a Cinecittà. Alternando le testimonianze di ciascuno alle immagini del Manifesto lo spettatore è catapultato nello sfavillante mondo del cinema e nell’entusiasmo e nella creatività che vi si respirava.
Gli anni 60: boom economico in Italia, mentre a Milano si assiste all’industrializzazione, che poi verrà rappresentata nel film Miracolo a Milano, a Roma il cinema costituirà il volano dell’economia della città. E’ proprio questo narrare, di quel brulicante mondo di lavoratori che contribuivano a far si che un grande film nascesse, di quella perizia, di quell’entusiasmo e perfezionismo, il collante di tutta la vicenda di cui Renato Casaro ci parla.
“Il film è il mio hobby. Il mio hobby è il mestiere. Il mestiere è la mia vita e la mia vita è un film”. – ci dirà Renato Casaro introducendo il film.
E un film è stata la sua vita sia, per il lavoro interessante e meraviglioso che ha svolto, i professionisti con cui ha collaborato, come B. Bertolucci, D. De Laurentis, F. F. Coppola, D. Argento, i fratelli Vanzina e tantissimi altri, ma soprattutto per la sua capacità creativa che ha visto perfezionare il suo talento, attraverso una disciplina certosina di continua ricerca e sperimentazione di stili, di immagini, di linguaggi.
Il suo stile attraverserà le tecniche pittoriche più belle, partendo dall’impressionismo fino a giungere all’iperrealismo quando poi negli anni 90 si adopererà nell’uso dell’aerografo. Come asserirà Vittorio Cecchi Gory: “le sue immagini hanno il senso del movimento, le persone o le cose si muovono.” Lui cattura con un’immagine il senso più profondo del film.
Il suo è il racconto di un sogno, il sogno di un ragazzo che aveva un talento, quello del disegno e della pittura e che è diventato realtà, che è anche il sogno di più di una generazione: quella che ha creduto nel cinema e l’ha trasformata in un’industria culturale.
Nell’epoca dell’Opera d’arte nell’era della sua riproducibilità tecnica per citare W.Benjamin, Renato Casaro è riuscito con il suo lavoro e la sua immaginazione a riprodurre in un Manifesto il Cinema! L’Ultimo uomo che dipinse il cinema lo trovate in streaming. Buona visione!
Assunta Esposito