Luce Oltre Mare è una romantica occasione e corale confessione. Cinque donne, un’altalena di emozioni in movimento, tra loro Francesca Scotto di Carlo.
Di sé dice di essere un «cumulonembi», testarda, indistruttibile, assertiva. Ventotto anni (ne compirà ventinove a febbraio), napoletana, Francesca Scotto di Carlo è una di quelle persone con la voglia di cambiare il mondo, un passo alla volta. Scrittrice, umanista, attivista, nel 2019 ha pubblicato il suo primo libro, Difendi il coraggio dell’amore, in cui trasforma la malinconia di qualcosa che si è perso, nella speranza di poterlo riabbracciare. Il 18 dicembre esce con un’altra storia; Luce Oltre Mare, e racconta di come è riuscita a riprendere il potere della sua vita attraverso un mare oltre, scelto di crederci e di tenere accesa questa luce.
L’intervista.
- Scrivere per te è ripulire tutto ciò che c’è dentro. Le parole quando si leggono fanno meno paura di quando si pensano?
- Ma assolutamente sì. Scrivere per me è una pulizia dell’inconscio, quello che nel pensiero razionale non ci concediamo ed esce fuori con la scrittura. Inoltre, credo molto nella scrittura a mano e sulla carta, è un esercizio che consiglio di fare non appena svegli, prima ancora di parlare con il mondo e di indossare la nostra maschera sociale.
- In che modo vorresti cambiare il futuro?
- Senza giudizio. Dipende solo da noi. Dietro tutto quel caos ci sei tu, e la tua vera verità. Mi hanno permesso di far sentire la mia voce, ma non credo di avere un potere così grande, anzi, la mia vita non basterà a vedere il cambiamento che desidero.
- Hai pubblicato molto sull’ambiente, la biodiversità, sui consumi consapevoli. Ma cos’è per te la natura e come possiamo consegnare alle future generazioni un mondo pulito e migliore?
- Quello che è necessario capire e portare avanti, è l’indipendenza tra i fenomeni e i comportamenti. Ogni grande cambiamento è possibile solo con i piccoli passi fatti nella quotidianità. Rispettare la natura non è una questione che riguarda solo la politica ambientale e i governi, così come la poca cura o attenzione per la natura, sono problemi che dovrebbero farci riflettere, a noi gente comune, in primis. È come un bambino che ha bisogno di cure, e non un patrimonio che viene continuamente mortificato e maltrattato.
- Che cosa ha significato per te scrivere quel primo romanzo?
- È stato un lavoro di liberazione e di scoperta. Ho raccontato cose che appartengono al mio passato, è la storia di Francesca che allo specchio si fa domande a cui non riesce a trovare risposte, prova a indagare dentro se stessa; un momento di introspezione, in cui cerca di connettersi con il suo Io più profondo.
- E ci sei riuscita?
- Sì. Principalmente si è trattato di una sfida con me stessa, ma anche del coronamento di una passione, quella per la scrittura, che porto avanti da tempo. Per me l’inchiostro è importante, e dove non ne ho versato nemmeno una goccia mi sento a disagio.
- Il primo abbraccio che ti viene in mente?
- Oggi mi manca particolarmente. E sorride.
- Luce Oltre Mare. Fuori dal 18 di dicembre. Raccontaci.
- È un’altra storia. È una rinascita più spessa, che sconvolge col suo ritmo e che poi ti calma. Un piccolissimo spazio nel mondo, è la vita di qualcuno e le lacrime di qualcun altro. Ho parlato liberamente di chi sono e da dove vengo, di tutto quello che ho avuto e e di quello che mi è mancato. Poi quel giorno. Sopra il lungomare sale un mare lungo, penso a un mare oltre, è Luce Oltre Mare. E poi ci sono io. Se lo conosci, il mare, non potrai fare a meno di portartelo dentro e negli occhi.