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La nave asilo “Caracciolo”, il metodo “Civita”, l’istituzione nel lago Fusaro e Maremorto della scuola pescatori e marinaretti. di Antonio Sabatano

LA NAVE ASILO “CARACCIOLO”, IL METODO “CIVITA”, L’ISTITUZIONE NEL LAGO FUSARO E MAREMORTO DELLA SCUOLA PESCATORI E MARINARETTI

Nel 1913 il Ministero della Marina decide di destinare la nave Caracciolo alla Città di Napoli per salvare bambini e ragazzi di strada. A Giulia Civita Franceschini fu affidato questo arduo compito in quanto donna dalla grande intuizione e vocazione pedagogica. Grazie alle sue capacità la Civita nell’arco di un quindicennio riuscì ad accogliere ed educare circa 700 “scugnizzi” facendone dei “marinaretti” esemplari.

La nave Caracciolo diventò per ciascuno di loro la famiglia e la casa di cui erano stati privati e grazie al “metodo Civita“ (esperimento educativo e formativo) poterono istruirsi e svilupparsi secondo le proprie capacità.

Con l’avvento del Fascismo questo meraviglioso progetto venne inserito nell’Opera Nazionale Combattenti. Il progetto passò da profilo educativo a profilo militare.

Giulia Civita fu messa da parte, ma nonostante ciò, anche se con minimi mezzi, riuscì a fondare un’istituzione affine, la Scuola Pescatori e Marinaretti che fu sussidiaria della Caracciolo. I fanciulli assistiti negli anni della dirigenza della Civita in seguito raggiunsero posizioni distinte, altri divennero artigiani, operai, lavoratori stimati. In questo periodo ci furono notevoli ripercussioni da parte del regime fascista, ma nonostante ciò la Civita continuò nel perseguire i fini di quel meraviglioso progetto fino a quando non dovette soccombere ed attendere tempi migliori.

Intanto lo Stato con la costituzione della SPEM (scuola pescatori e marinaretti) concedette l’uso dei laghi del Fusaro e del lago Maremorto per tali finalità.
Dal 1928 al 1933 i laghi divennero cardine principale per l’educazione e lo sviluppo di questi ragazzini fino a quando i fascisti si impossessarono bruscamente di questi luoghi per usarli a scopo di lucro.

Negli anni post fascio si tentò di riprendere questo meraviglioso progetto avvalendosi anche dell’aiuto della Civita. Purtroppo tutto fu vanificato.

N.Antonio Sabatano

(da DA SCUGNIZZI A MARINARETTI a cura di A. Mussari e M.A. Selvaggio)

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