Bacoli. Dopo gli abbattimenti in corso il sindaco Josi Della Ragione scrive: Sono vicino alle famiglie che stanno perdendo le proprie case. Abbattute, perche abusive. Costruite senza licenza. E non perché “Bacoli è piena di vincoli”. Ma, più semplicemente, perché in questa città si è preferito non dare regole chiare per tutti. “Costruisci, me lo vedo io”. “Falla di notte, tanto non ti succede niente”. Perché era più semplice avere un popolo da tenere sempre al guinzaglio, piuttosto che confrontarsi con una comunità libera, con norme trasparenti, di sapere come poter agire. Di agire senza dover chiedere piaceri. E così si è fatto credere, per troppo tempo, a padri e madri di poter investire tutti i propri risparmi per avere un tetto sotto cui vivere. Senza licenze, ma pieni di sigilli e sequestri. Poi passano gli anni, arrivano le sentenze. E partono le ruspe. Che ripristinano la legalità, in un contesto senza regole. Non la giustizia sociale. Quella, se possibile, la coprono ancor più di macerie. C’è chi si chiede perché “Josi non scrive nulla quando ci sono gli abbattimenti”. Perché oggi sono il sindaco di Bacoli. E da primo rappresentante di un Comune con un Piano Regolatore vigente, che risale al 1976, dovrei solo ripetutamente chiedere scusa alla comunità. Ad una cittadinanza presa in giro. E sarà anche vero che in quell’anno io non fossi ancora nato. E che i miei genitori andassero ancora a scuola. Ma sento comunque l’obbligo morale ed istituzionale di caricarmi sulle spalle gli errori del passato. E chiedere perdono per quello che i cittadini di questa terra hanno dovuto subire. Illusi, per aver provato ad esercitare un diritto. Resi schiavi per decenni, solo per poter edificare una domicilio. Ed oggi messi alla berlina quali delinquenti, abusivi. Con prestiti ancora da pagare. Soli e senza tetto, devastati. Chiedo perdono anche per quei tanti che, rigorosi, non scendendo a ricatti hanno preferito andare via dalla propria terra. E trovare dimora altrove. Le istituzioni politiche sono responsabili di questo scempio sociale, urbanistico. Non i giudici, che attuano le regole. Proprio quelle stesse leggi promulgate dal Parlamento, emanate dalle Regioni, votate dai Comuni. Sono vicino alle famiglie che non hanno più una casa. E che sentono ogni notte rimbombare il suono del martello pneumatico. Lo sono fisicamente, lo sono con il conforto, lo sono con tutti gli aiuti che riusciamo a dare. Ma, soprattutto, provo ad esserlo in silenzio. Per il ruolo che ricopro, per rispetto di chi soffre. E lavorando. Lavorando ogni santo giorno per approvare il nuovo Piano Urbanistico Comunale. Lo faremo. Lo facciamo. Lo faremo nei prossimi mesi. Lo faremo insieme. Lo approveremo tutti insieme. Studiandolo, capendolo, migliorandolo. Per costruire una città fatta di diritti e doveri, regole e vincoli, permessi e divieti. Non di silenzi, padroni e piaceri. Per consegnare ai bacolesi una città in cui non sarà più necessario chiedere la cortesia. In cui non si dovrà più sperare in un condono irrealizzabile. In cui si saprà dove, come e quanto fare. E dove non si potrà fare. In cui non si dovrà più barattare il diritto alla casa con il voto, con il denaro, con le paure, con la propria dignità. In cui i volumi, nell’alveo delle norme chiare, torneranno ad essere una risorsa legittima. La mia risposta a tutta questa sofferenza, per salvare ciò che si potrà, per avere una vera riqualificazione urbana del nostro territorio, sarà il nuovo PUC. Dopo più di 40 anni. È questo l’impegno più importante assunto con i miei concittadini, con il popolo che ho l’onore e l’onere di governare. Lo farò, lo faremo. Lo facciamo. È una promessa.
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