Da “I Campi Flegrei”
di Wladmiro Frenkel – Napoli – 1927… Il Lago Fusaro ci sorride.
Altri pochi passi: siamo a TORREGAVETA. – È un simpatico deserto: non vi sono che tre o quattro costruzioni, la Stazione della Ferrovia Cumana e un piccolo porto per l’approdo dei piroscafi, che fanno la linea delle isole vicine.
La via che conduce alla banchina è situata fra due colline, due “belvedere” con trattorie, dove, nei mesi estivi, si fa una strage di polli…Il nome di Torregaveta sarebbe una corruzione di Torre alta – dialetto auta diventato poi àvuta – dalla torre “che vi sorge e ch’è una delle 366 che il vicerè Toledo prese a edificare nel 1537 su tutte le rivivere del Regno per tutelarlo dalle incursioni dei pirati”.Nel secolo XIV il paesello, invece, portava il nome di S. Pietro a Pertuso….La strada provinciale, che si apre di fronte alla Stazione, accanto alla Trattoria Illiano, conduce, in 35 minuti, nel ridentissimo Comune di Monte di Procida…1927…😢Per dovere di cronaca la trattoria Antica Pagliarella di Gennaro Illiano (mio bisnonno) citata nella guida, sarebbe diventata poi la Casina Rossa in seguito al matrimonio tra nonno Francesco e Vita, figlia di Gennaro…. 😉Grazie Gaetano Basile#torregavetaforever
#millenovecentoventisette