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Avv. Armida Mancino: “La costituzione italiana spiegata ai bambini”. Articolo 3

La costituzione spiegata ai bambini – Rudimenti di educazione civica per tutti

Cari bambini e cari adulti, oggi leggiamo insieme uno dei miei articoli preferiti, l’articolo tre. Lo so, può apparire strano avere un articolo di legge preferito, non è mica una borsa o un fiore; in questo articolo ci sono alcune delle parole più belle del mondo: dignità, partecipazione, libertà, eguaglianza.

Art.3 Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua di religione, di condizioni personali e sociali.

E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Questo articolo ci dice una cosa molto importante, cioè che la libertà non è solo una parola, ma è un fatto, è una cosa concreta e riguarda tutti.

Spiegare la parola dignità non è facile, per un adulto; ma sono sicura che i bambini potranno capirla a partire da cosa è il contrario della dignità: l’odio, la vigliaccheria, la menzogna, la mancanza di rispetto, la violenza, la cattiveria.

Quando i Padri costituenti scrissero questo articolo volevano significare che la neonata Repubblica doveva essere un luogo di serenità, di coraggio e di speranza; tutto il contrario di quello che era stata l’Italia sotto la dittatura fascista.

Anzitutto, non doveva esserci più nessuna differenza di diritti fra uomini e donne, ma non c’era differenza neppure tra chi era cattolico, chi credeva in un altro dio o non credeva affatto in dio. Nessuno doveva sentirsi inferiore, né davanti agli altri cittadini né davanti alla legge: chi parlava la lingua italiana e chi no (pensate a tanti nel nord Italia, sulle alpi, che parlavano tedesco o tanti che in Sardegna conoscevano solo la lingua sarda), chi era ricco e chi povero, chi era sposato e chi no, e così via.

Ma i Padri costituenti non si accontentarono solo di scrivere che eravamo tutti uguali, come è giusto e naturale che sia, ma vollero che la nuova Italia si impegnasse concretamente, e non solo con le parole, per far sì che l’eguaglianza fra i cittadini fosse una cosa vera.

In fatti, nella seconda parte dell’articolo i Costituenti vollero stabilire una promessa solenne da parte della Repubblica italiana nei confronti del popolo sovrano (ricordate l’articolo 1?), popolo che ha fra i suoi doveri quello della solidarietà (ricordate l’art.2?).

Per aiutarvi a comprendere vi chiedo di usare la vostra fantasia.

Immaginate la vita democratica di un Paese come una gara di ginnastica, come una corsa: quando giocate con gli amici come fate a stabilire chi è più veloce? Certo, contate i secondi, ma per cominciare cosa fate? Ovvio, tracciate una linea in terra e partite tutti da lì.

Nella vita vera non si può tracciare una linea a terra uguale per tutti; questo vuol dire che non tutti partiamo dallo stesso punto, dallo stesso livello.

Proprio per questo la Repubblica deve aiutare chi, per qualsiasi motivo, nella corsa della vita si trova a partire più indietro degli altri. Ad esempio, lo Stato aiuta i fanciulli e i ragazzi a studiare, con la scuola dell’obbligo (vi ricordate? Senza doveri non ci possono essere diritti, per questo la mamma Costituzione stabilisce anche degli obblighi, come quello di andare a scuola da piccoli!), in particolare per i bambini la scuola è gratuita, così che tutti possano imparare a leggere, scrivere e contare; per i più grandi che vogliono continuare a studiare ma non hanno abbastanza soldi offre le borse di studio, cioè un contributo economico, come descritto puntualmente in un altro articolo molto importante della Costituzione, il numero 34.

Ma di questo parleremo più avanti.

Avv. Armida Mancino

 

Articoli precedenti:

Articolo 1

Articolo 2

 

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