Scusate, non ho capito. Prima si permette alla gente di andare a trovare la zia o la nonna. E, perché no, abbracciare il fidanzato. Poi gli si dice che può fare una passeggiata in strada, o footing all’aperto. In più, qualora questo non bastasse, gli si consente anche di fare un tuffo in mare. E, dopo aver dato il via libera, dopo aver dato il “rompete le righe”, davvero ci stupiamo delle scene viste ieri sul lungomare di Napoli? C’è davvero chi si meraviglia del traffico in strada? Ma siamo seri? È serio autorizzare tutto questo, e poi annunciare che la tanto attesa “fase 2”, in verità, non è un “liberi tutti”? Per carità. Se avessimo voluto affidarci unicamente al senso di responsabilità dei cittadini, non avremmo avuto bisogno dell’Esercito per costringere la gente a non uscire di casa. E ad evitare ogni forma di assembramento. Qualcuno può spiegarmi come si può, adesso, controllare migliaia di persone che, nel pieno rispetto delle nuove direttive, scendono in strada? Non ci lamentiamo dell’ovvio. Lo Stato ha deciso che dobbiamo imparare a convivere con il Coronavirus. Credo sia ancora presto. Ma, da sindaco di Bacoli, ho rispetto delle istituzioni. Il Governo, assumendosene la responsabilità, avrà sicuramente fatto la scelta migliore per il popolo italiano. Ma se le cose restano così, vaghe e indefinite, rischiamo di diventare una barzelletta. Ora, più di prima, è il tempo di essere chiari, netti. Dobbiamo essere facilmente comprensibili a tutti. O è bianco o è nero. Non sono consentite zone grigie, capaci di generare caos incontrollabile. Sarò ancora più lapidario, per non dare adito a fraintendimenti. O restiamo tutti a casa. O permettiamo, a tutti coloro che rispettano le regole, di poter uscire. “Tertium non datur”. Si diano direttive certe, che tutelino la salute. E, soprattutto, concretamente attuabili. Distanziamento sociale, mascherine, controllo della temperatura, sanificazioni dei locali chiusi e quant’altro. Chi le rispetta, esce di casa. Chi le rispetta, riapre la propria attività di lavoro. Chi le rispetta, riparte. È semplice. Altrimenti rischiamo di scadere dalla tragedia alla farsa. E, statene certi, questa volta non farà ridere nessuno.
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