Cumadoro, azienda agroalimentare e vivaistica dei Campi Flegrei, ha deciso di prepararla e lanciarla sul mercato in modo tale che ogni massaia possa averne sempre un vasetto nella dispensa per accompagnare non solo formaggi ma anche carne, tartine e prodotti dolciari. La confettura di pomodoro Cannellino flegreo è un innovativo prodotto alimentare studiato dai fratelli Giovanni e Vincenzo Tammaro ottenuto da pomodori Cannellini flegrei a cui vengono miscelati semplici ingredienti quali lo zucchero e il succo di limone, e l’aroma di vaniglia. Grazie alla sua dolcezza e allo stesso tempo alla sua acidità il prodotto risultante si presta molto bene all’utilizzo. Le confetture sono prodotte esclusivamente con pomodoro Cannellino e i limoni provenienti dall’area archeologica di Cuma, prima colonia greca in Italia. I terreni in cui vengono coltivati questi prodotti sono sulfurei e distano pochi metri dal mare, per cui sono molto ricchi di sali minerali e contengono più potassio che conferisce ai pomodori maggiore sapidità. Lo capirono gli antichi greci che in questo luogo piantarono le prime viti e più tardi i primi semi di questo ortaggio.
Riconosciuto dalla Regione Campania come prodotto tipico locale, il pomodoro Cannellino viene coltivato su piccoli appezzamenti di terreno nelle aree vulcaniche e sabbiose dei Campi Flegrei nei comuni di Pozzuoli, Bacoli, Quarto e Monte di Procida e nelle aree contigue di Giugliano, utilizzando seme tramandato negli anni sin dall’800. Le lavorazioni, seguono un disciplinare stilato dall’Associazione Pomodoro Cannellino Flegreo al fine di conferire al prodotto un sapore unico dal giusto equilibrio tra dolcezza, acidità e sapidità e per questo estremamente versatile in cucina.
L’azienda Nata come vivaio di piantine nel 1985 a ridosso del Parco archeologico di Cuma su un terreno particolarmente ricco di minerali, negli anni Duemila diversifica le attività dando vita a Cumadoro, marchio del gruppo Tammaro dedicato alla produzione di conserve di pomodoro cannellino e di datterino giallo dal particolare sapore conferito dai terreni vulcanici ricchi di minerali in cui vengono seminati. “Lavoriamo i nostri pomodori manualmente attraverso l’utilizzo di canne e fili di ferro per il sostegno delle piante”, spiega Giovanni Tammaro, che coordina anche le attività di presidente dell’associazione di tutela. “La concimazione e i trattamenti seguono poi una linea di lotta integrata permettendo così di preservare la natura del prodotto donandogli nuova linfa vitale”.
fonte www.affaritaliani.it/