Monte di Procida.Per risalire alle origini del nome di questo porticciolo, dobbiamo ritornare a quando Monte di Procida ancora non esisteva ed era solamente un luogo di pescatori. Si narra che in questa località, tanto tempo fa, viveva un ricco signore di nome Cosimo, proprietario di un terreno situato sopra il costone. Quando andava a controllare il suo possedimento, capitava che portasse con sé anche l’unica figlia femmina, una bellissima ragazza di nome Acqua. Un giorno la giovane, approfittando di un momento di distrazione del padre, corse da sola verso la spiaggia per fare un bagno. Tra un tuffo e l’altro, si spinse troppo al largo senza rendersene conto. Un’onda la trascinò sott’acqua facendola quasi annegare, ma improvvisamente qualcuno la riportò in superficie. Quando riprese conoscenza si ritrovò in una piccola barchetta con Giosuè, un giovane pescatore procidano che, dirigendosi verso il porticciolo, l’aveva vista annegare. I due, lungo il tragitto per ritornare alla spiaggia, si raccontarono di come si sentivano a casa solo quando potevano vedere il mare. La barchetta giunse a riva e i due dovettero salutarsi. Ogni giorno, all’incirca alla stessa ora, Acqua scorgeva sulla spiaggia la barchetta di Giosuè, alzava il braccio e lo salutava. Lui lasciava andare il remo per rispondere al saluto. Un giorno la barca di Giosuè non arrivò, e Acqua apprese la notizia che a Procida alcuni pescatori, sorpresi dalla tempesta, erano annegati. Secondo la leggenda, la ragazza, dopo diversi giorni di attesa, si avviò verso il mare senza fare più ritorno. Fù da allora che quella spiaggia cominciò ad essere chiamata dagli abitanti “Acquamorta”. Quell’insenatura di Monte di Procida conserva, così, dopo secoli ancora il ricordo del loro amore.
Secondo un’altra tesi, invece, questo nome strambo deriverebbe dal fatto che le acque del porticciolo, essendo abbracciate dall’insenatura, non subirebbero forti correnti, rimanendo così eternamente calme.
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